L’identità e la guarigione a pezzi
È in corso al Museo Ebraico di Berlino (fino al marzo 2022) la mostra fotografica di Frédéric Brenner intitolata “Zerheilt/Healed to pieces”, che si potrebbe tradurre “Guariti a pezzi” (Paul Celan a Ilana Schmueli, nel 1970, a proposito di come è uscito dalla Shoah: “Die Zerstörungen reichen bis an den Kern meiner Existenz. Man hat mich zerheilt”: ‘Le distruzioni arrivano fino al nucleo della mia esistenza. Mi hanno guarito facendomi a pezzi’). È una mostra fatta di immagini che ritraggono per lo più persone che rappresentano l’essere ebrei oggi in Germania, e in particolare nella Berlino multietnica e multiculturale odierna, ma forse non solo. Queste fotografie, molto efficaci ed emotivamente coinvolgenti, commoventi e persino laceranti, ci fanno vedere persone e cose che le riguardano immerse in contesti strani e a volte paradossali, onirici in virtù della tecnica fotografica iperrealista che li produce.
La carica simbolica è molto forte, come in una immagine chiave dell’intera mostra, quella che ritrae un giovane uomo diviso in due, a sinistra (di chi guarda) moderno cittadino, borghese, professionista, in camicia e cravatta, a capo scoperto, a destra chassid con barba fluente e payot, sul capo il cappello di pelliccia, lo shtreimel, e addosso la giacca damascata dei chassidim ashkenaziti o polacchi.
La tensione visiva indotta nello spettatore ebreo o quasi ebreo o che vorrebbe essere ebreo ma non ci si sente del tutto o che si sente ebreo ma non è riconosciuto come tale dal mondo ebraico ufficiale, dipende dalla fisicità espressiva delle persone ritratte, dalla sensazione di essere introdotti nell’intimità nuda del loro mondo e delle loro contraddizioni. La domanda che percorre l’intera mostra è: che cosa significa essere ebrei in un mondo come quello di oggi, ossessionato dalla fluidità identitaria e di genere, caratterizzato da un’ansia di conversione ossia di mutamento profondo o superficiale dell’identità che ci si porta addosso dalla nascita?
Giacomo Todeschini, storico e docente di Storia ebraica medievale del Diploma Universitario triennale in Studi Ebraici UCEI
(15 dicembre 2021)