“Storia degli ebrei, storia del mondo”
“Peregrinare attraverso delle date non significa realizzare una linea del tempo, di cui questo libro peraltro è sprovvisto: vuol dire invece proporre un viaggio in una lunga storia fatta di avvenimenti molto diversi sotto ogni punto di vista, con la loro eco, le loro conseguenze e la loro posterità”.
Lo evidenzia Pierre Savy, direttore degli studi per il Medioevo presso l’École française di Roma, nell’introduzione a quel suggestivo viaggio in 90 tappe che è la Storia mondiale degli ebrei di cui è il curatore, appena pubblicata in Italia da Laterza in una versione rivista e adattata sotto il coordinamento di Anna Foa.
Numerosi gli spunti emersi durante la presentazione dell’opera che si è svolta nelle scorse ore a Roma, a Palazzo Firenze sede della Società Dante Alighieri. Tra gli intervenuti anche il presidente della prestigiosa istituzione culturale Andrea Riccardi, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni e Alessandro Masi, segretario generale della Dante Alighieri (che ha moderato l’incontro).
“Un capitolo nuovo di ricerca sull’identità ebraica e una sfida ai luoghi comuni. Non un’identità ‘à la carte’, ma ‘in costruzione’. Non qualcosa che c’è all’inizio che bisogna cercare di non smarrire, ma come offerta di ciò che lentamente nel tempo si accumula e si cerca” ha scritto David Bidussa, uno degli studiosi coinvolti in questa operazione editoriale dal grande fascino che dall’ingresso ebraico nella Storia (l’apparizione del nome “Israele” sulla stele del faraone Merenptah) ci porta, spaziando in numerosi contesti, fino ai giorni nostri.
“Un libro con un taglio particolare e una ricostruzione non convenzionale”, il pensiero del rav Di Segni. Dal rabbino capo è arrivata anche qualche critica: “Ebraismo in sé non ce n’è tanto, le parole ebraiche sono pressoché inesistenti”. Resta, al netto di queste osservazioni, “un risultato finale molto interessante”. Per Riccardi questa storia plurale, caratterizzata dal contributo di molti e importanti studiosi, “è un tentativo riuscito, uno strumento di quelli che ci permettono di incuriosirci nei confronti di un popolo che dà prova di una energia sorprendente”. Facendo la storia degli ebrei, ha poi rimarcato citando il rav Elia Benamozegh, “si fa la storia del mondo”. Le date attorno cui ruotano i vari contributi “sono come porte che si aprono per raccontarci”, l’immagine evocata in seguito da Foa. Una storia “degli ebrei piuttosto che dell’ebraismo”, ha poi detto entrando anche nel merito di quello che è stato il suo apporto. Ad emergere “la forte specificità” dell’ebraismo italiano. Prerogativa rimarcata dallo stesso Savy nel ricordare come tra gli elementi che maggiormente risaltano vi sia la “continuità”. Tra i millenni ci guida pertanto questo libro. “Usiamo le date senza avere il culto della data”, uno dei concetti espressi dal curatore.
Un libro cesellato da storici accurati ma la cui lettura resta sempre godibile. “Sono di quelli – ha detto Savy – che pensano che ‘divulgativo’ sia un aggettivo nobile”.
(15 dicembre 2021)