Segnalibro – I Segre e la storia d’Italia

Roberto Segre fu uno dei più grandi militari del Novecento, il principale artefice della vittoria italiana in quella che è passata alla storia come la “Battaglia del solstizio”. E cioè l’evento decisivo per determinare, in quell’ultimo anno di Grande Guerra, un esito favorevole alle truppe del regio esercito contrapposte a quelle austro-ungariche che vanamente tentarono lo sfondamento del fronte.
Vero Fazio, generale di divisione in pensione, si è imbattuto nella sua storia al tempo degli studi per diventare ufficiale di Stato maggiore: una folgorazione immediata. Non a caso ha scelto di dedicargli la tesi che ha concluso quel periodo così importante della sua formazione. “Parliamo di un profilo di altissimo livello. Di un innovatore, di un uomo dalla grande cultura e intelligenza”, racconta a Pagine Ebraiche. Qualità ereditate dal padre Giacomo, il capitano d’artiglieria il cui nome resta legato nella memoria nazionale (anche se con alcune inesattezze confutate con la forza delle evidenze storiche dallo stesso Fazio) alla Breccia di Porta Pia.
Per Fazio, promotore lo scorso anno dell’apposizione di una targa commemorativa in via Nomentana al civico 133, un interesse profondo che ha anche trovato la strada di un libro: Il seguito della storia. Giacomo e Roberto Segre tra Breccia di Porta Pia e Grande Guerra, appena pubblicato dall’editore Salomone Belforte. L’opera, che ha l’introduzione di Riccardo Calimani, sarà presentata stasera alle 20.30 al Centro Ebraico Il Pitigliani (prenotazione obbligatoria a centrocultura@romaebraica.it, ingresso solo con Green Pass rinforzato). Introdurranno l’evento, promosso dal Centro di Cultura Ebraica della Comunità di Roma, la Consigliera del Pitigliani Anna Orvieto, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il direttore del CeRSE Tommaso Caliò, un rappresentante dell’ambasciata israeliana. Con l’autore anche Roberto Olla e Mario Toscano, moderati da Emanuel Segre Amar.
Un libro concepito e sviluppato anche nel segno “della grande vicinanza spirituale, umana e affettiva che sento da sempre verso il mondo ebraico”, racconta l’autore. Un processo empatico, prosegue, “iniziato quando ero ragazzino e a me, che sono nato nel 1946, mio padre volle spiegarmi cosa era accaduto durante la guerra e la persecuzione antisemita”.
Il seguito della storia perché Fazio ci spiega anche cosa è accaduto in seguito tra persecuzione, rinascita e nuovi orizzonti di vita. Due nipoti dell’eroe del 1918, Dan e Clelia, combatteranno per Israele nella Guerra dei Sei Giorni. Dan farà una fine tragica, catturato e torturato a morte dai siriani. Clelia vive ancora, a Gerusalemme. Una delle battaglie condivisa da Fazio con i suoi familiari è quella di farle riavere la cittadinanza italiana perduta dopo l’Aliyah.
“Sarebbe un gesto forte, anche a livello simbolico. Spero – dice – che lo Stato si attivi”.

(Nelle immagini Roberto Segre con la nipote Clelia nel 1935; Clelia oggi, a Gerusalemme, con il libro)