Ebraico, la porta per Israele
“Dal 2017, ben prima della grande diffusione delle lezioni a distanza, con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane abbiamo avviato l’Ulpan Online per dare la possibilità a tutti di studiare l’ebraico. Per raggiungere veramente chiunque in tutta Italia. E di anno in anno abbiamo visto una risposta sempre più positiva”. Oggi, racconta Luisa Basevi, a cui è affidato il corso di ebraico UCEI, sono sette i livelli a disposizione di chi vuole imparare la lingua: da quello Alef, ovvero quello base in cui si studia l’alfabeto, fino al Hei e Hei plus. “Con l’ultimo stiamo leggendo insieme il nuovo libro dello scrittore israeliano Eshkol Nevo non ancora tradotto in italiano”.
Ulpan è il primo corso che, nel nostro Paese, permette di imparare la lingua secondo i criteri dell’Università Ebraica di Gerusalemme. La frequenza è di una lezione a settimana di sessanta minuti, da ottobre a giugno, per un totale complessivo di 35 lezioni. A fine anno è possibile sostenere l’esame per ottenere la certificazione linguistica rilasciata dell’Università Ebraica. “Gli studenti possono partecipare sia seguendo le lezioni in diretta sia in differita. In questo modo chi non ha tempo e non può partecipare alla lezione, può tranquillamente recuperarla. La dimensione virtuale offre molte possibilità e la nuova piattaforma UCEI Zeraim è una risorsa importante”, sottolinea Basevi, abilitata presso l’Università Ebraica – Rothberg International School, insegnante di lingua ebraica dal 2009 presso il Liceo ebraico di Roma Renzo Levi e dal 2011 al Collegio Rabbinico. “Il mio percorso di studi, rispetto all’ebraico, è iniziato con l’aliyah. Sono rimasta undici anni in Israele e devo dire già dopo il primo potevo parlare senza tante difficoltà la lingua”. Poi il perfezionamento costante per poter essere abilitata all’insegnamento, a cui si è aggiunto anche il diploma in ebraico biblico presso l’Israel Institute of Biblical Studies. Ma lo studio, evidenzia la docente, continua ancora oggi con nuovi master da seguire. Dimostrazione dell’impegno e della necessità di aggiornare costantemente le proprie competenze.
Guardando all’aspetto identitario, Basevi sottolinea come la lingua sia “fondamentale per rafforzare l’identità ebraica di giovani e adulti, ma è anche la chiave per aprire le porte di Israele. Per rafforzare il nostro legame con il paese”. Per sapersi orientare all’interno d’Israele, così come del proprio futuro ebraico. E, a proposito di futuro, importante è il coinvolgimento dei più giovani. “Usiamo con loro materiale interattivo, con filastrocche, canzoni, video. E riusciamo ad ottenere un coinvolgimento positivo. Così come la partecipazione in generale ai nostri corsi, sia di ebrei che non, è in costante aumento”. Attraverso la lingua si costruisce una rete di relazioni, spiega la docente, che ha molteplici ricadute positive per la realtà ebraica sia al suo interno sia nei suoi rapporti con il mondo esterno.
Infine, per chi vuole confrontarsi con la lettura, Basevi suggerisce “i racconti brevi di Etgar Keret. Sono scorrevoli e divertenti. Io lavoro anche con i testi di Meir Shalev e con diversi autori di poesie perché sono brevi e più immediate”.
dr