“Non rinunciamo alle differenze, ma siamo uniti nelle grandi scelte”
Per il Capo dello Stato Sergio Mattarella il bilancio dell’anno che si sta chiudendo è “complessivamente positivo” perché l’Italia è riuscita ad “alzare la protezione dei cittadini e rimettere in moto la società”. Parole pronunciate dal Presidente della Repubblica nel suo saluto alle alte cariche dello Stato, che trovano ampio spazio sui quotidiani odierni. “Non rinunciamo alle differenze e alle diversità. Ma sappiamo essere uniti sulle grandi scelte, quando le circostanze della vita lo richiedono”, ha dichiarato Mattarella. L’importanza della campagna vaccinale, dell’adesione dei cittadini, della collaborazione tra istituzioni sono state al centro del suo discorso. “Abbiamo visto come la chiarezza, di fronte alle asprezze della pandemia, abbia spazzato via il tempo delle finzioni, delle distrazioni. E tutto questo mi è parso uno straordinario segno di maturità e serietà”. Poche righe, ma chiare anche sui no vax, a cui “è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico”.
Dopo Mattarella. Ancora per diverse settimane i giornali continueranno a provare a capire quali saranno i candidati a succedere a Sergio Mattarella al Quirinale. Repubblica oggi guarda a destra dove, oltre alla candidatura ufficiale di Berlusconi, si starebbero valutando i nomi di Marta Cartabia, Letizia Moratti, Maria Elisabetta Casellati.
Pandemia. “Siamo riusciti a guadagnare tempo prezioso, abbiamo ritardato Omicron per tre settimane, ma adesso la variante è nel Paese, e questo vantaggio va sfruttato nel modo migliore”. Il premier israeliano Naftali Bennett si è rivolto ieri alla nazione per confermare che la variante è “insolitamente contagiosa” e chiedere che tutti si preparino. “Ogni persona deve assicurarsi di essere vaccinata con tre dosi e di aver vaccinato i propri figli” (Avvenire). Nel paese, per la prima volta da due mesi, i contagi hanno superato quota 1000. Il ministero della Salute rileva 81 pazienti Covid israeliani ricoverati in ospedale in condizioni “gravi”, circa il 75% dei quali non sono vaccinati, segnala ynet ripreso oggi dal Fatto.
“A Eitan serve tranquillità”. All’intervista di ieri a Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan Biran, replica oggi, sempre su Repubblica, lo zio paterno del piccolo, Or Nirko. Assieme alla moglie, Aya Biran, ha riabbracciato di recente Eitan, tornato a vivere in casa loro a Pavia per decisione del giudice di Tel Aviv, dopo essere stato portato da Peleg in Israele (vicenda per cui è indagato per sequestro di minore). Nirko afferma che con i Peleg linee e atteggiamenti continuano ad essere diversi. “Loro hanno creato da subito un’attenzione mediatica incredibile: ancora prima del sequestro erano usciti pezzi anche su giornali internazionali. Non so, forse credevano, facendo uscire cose, di influenzare i giudici attraverso i mass media. Non a caso hanno ingaggiato dei super esperti di comunicazione. Per noi questa è una storia che doveva restare privata”. E aggiunge che ora Eitan “ha bisogno di tranquillità e di serenità, non di riflettori”. Il giornalista evidenzia poi che “il nonno Peleg ha detto che Eitan è un bambino israeliano, ebreo, che ha le sue radici in Israele. Insomma: che per lui sarebbe meglio se stesse in Israele”. “La maggior parte degli ebrei – la replica di Nirko – vive in giro nel mondo. Sul resto, non voglio fare polemiche. I giudici si sono già espressi. Mi pare basti così”.
Verità sul 9 ottobre 1982. “Riaprire le indagini sull’attentato del 1982 dopo la parziale desecretazione (da cui risultano gli attuali rivelazioni sui documenti), voluto nel 2014 dall’allora primo ministro Matteo Renzi, impone anche di togliere il segreto ad altri documenti, forse vitali per arrivare a scoprire tutta la verità. A parte Virginio Rognoni, pressoché tutti gli esponenti parlamentari dell’epoca sono deceduti, e sono quindi al riparo da eventuali rivelazioni diffamatorie che potrebbero emergere. Non ci sono scuse per tenerli occultati”. Così Lisa Billig su La Voce Repubblicana, chiedendo che venga finalmente fatta chiarezza sui molti interrogativi aperti in merito all’attentato alla sinagoga di Roma del 1982.
La foto di un nazista. A Ferrera Erbognone (Pavia) il segretario comunale Mariano Cingolani ha in ufficio il ritratto di Léon Degrelle in divisa delle Waffen SS. Fondatore di “Rex”, movimento belga d’ispirazione fascista e cattolica, Degrelle fu vicino a Hitler. Non uno di cui avere la foto dietro la scrivania insomma, come denuncia l’Anpi che, racconta oggi Repubblica Milano, parla di “grave caso che riguarda una figura istituzionale”.
Segnalibro. È uscito da poco in libreria Nuovo Testamento. Una lettura ebraica, opera divisa in tre volumi (Vangeli e Atti degli Apostoli, Lettere di Shaul/Paolo, Lettere e Apocalisse) e curata da Marco Cassuto Morselli e Gabriella Maestri per Castelvecchi. Ne parla oggi in un ampio approfondimento Donatella Di Cesare su La Stampa. “L’intento è ritradurre quei testi riconducendoli al contesto originario per accompagnare i lettori, grazie anche all’effetto estraniante delle parole e dei nomi, alla scoperta delle radici ebraiche del cristianesimo. Decisivi sono però soprattutto le introduzioni storico-critiche e i commenti, in grado di aprire nuovi orizzonti interpretativi”, spiega Di Cesare, che nel suo articolo si sofferma sulla figura di Paolo.
Daniel Reichel