Ebraico, imparare cantando

Ci sono tanti modi per imparare le lingue e uno dei metodi migliori è leggere, recitare e, soprattutto, cantare le canzoni. Se le canzoni sono dotate di qualità liriche, orecchiabili e originali l’esercizio linguistico è facilitato. Oggi come ai tempi del linguista e innovatore dell’ebraico, Eliezer Ben Yehuda, l’insegnamento dell’ebraico è affidato anche agli scrittori e ai poeti. Numerose donne pioniere scrivevano per descrivere la terra di Israele e per arricchire il vocabolario dei lettori ebrei nella Palestina mandataria e nella diaspora.
Per fare degli esempi: Nehama Pochachevski Feinstein, (Brest 1869 – Rishon Letzion 1934), Jessie Ethel Sampter (New York 1882 – Rehovot 1938) e la moglie di Ben Yehuda, Hemda, la prima scrittrice per bambini in ebraico. Le canzonette allegre e frivole del poeta nazionale Haim Nachman Bialik vengono cantate ancora oggi negli asili e nelle feste di compleanno e non c’è un genitore in Israele che non abbia cantato la famosa canzone “Gira, gira, gira…Giriamo in tondo, tutto il giorno…” scritta nel 1920 da Aharon Hashman. Un modo originale per insegnare ai figli i verbi alzarsi, sedersi, portare, pescare e tanti altri ancora. Tutto al ritmo della danza in cerchio.
Le canzoni per i più giovani sono dei piccoli racconti, rispondono alle domande esistenziali che pongono i bambini, fanno sorridere nonni e nipoti e svolgono una funzione didattica estremamente nobile. Sono il miglior modo per imparare l’ebraico, memorizzando verbi, aggettivi e numeri, come fa il canto cumulativo della Haggadah di Pesach, Ehad mi yode’a? Sh’nayim mi yode’a, Uno chi lo sa? Uno io lo so… Due chi lo sa? Ecc.
Probabilmente quando il famoso cantautore Yehonatan Geffen ha scritto la canzone Io amo, ripetendo più volte il verbo amare in un modo ironico, non ha pensato a un stratagemma per l’insegnamento della “nota accusativi” in ebraico o alle regole dell’articolo determinativo. Tuttavia dopo aver cantato Io amo la mamma e anche il papà\ Amo la maestra Shula e la zia Miriama\Amo il nonno, la nonna e pure la sorellina\ Ma più di tutto amo me stesso! è molto più facile ricordare il verbo irregolare, le’EHOV, amare.

Sarah Kaminski, Università di Torino