Un mondo senza barriere, la lezione di Ludwig Guttmann
L’importanza di impegnarsi per abbattere le barriere ideologiche e fisiche. Questo il messaggio che ha fatto da filo conduttore della presentazione al Museo della Padova Ebraica dell’ultimo libro del generale dei carabinieri Roberto Riccardi, Un cuore da Campione (Giuntina), dedicato alla straordinaria storia di Ludwig Guttmann: il padre, poco conosciuto, di una delle più importanti manifestazioni sportive al mondo, le Paralimpiadi. Al fianco di Riccardi, a raccontare la propria esperienza personale sono stati il consigliere comunale Paolo Sacerdoti, campione italiano di rugby in carrozzina, e Ruggero Vilnai, presidente del Comitato Paralimpico del Veneto. “Nonostante il periodo difficile, abbiamo avuto una risposta eccezionale da parte del pubblico, con la sala piena. Sia l’aspetto dello sport paralimpico e del suo ruolo sia la storia poco conosciuta di Guttmann hanno suscitato grande interesse”, spiega Gina Cavalieri, Presidente della Fondazione per il Museo della Padova ebraica. “La Fondazione si è costituita in estate, proprio quando è uscito il libro di Riccardi su Guttmann. E trovo ci sia un collegamento ideale con la nostra missione statutaria: l’impegno comune per l’abbattimento di tutte le barriere che escludono chi viene percepito come diverso”.
Ma anche il riscatto di chi riesce a superare queste barriere, anche nei tempi più bui, senza farsi indebolire dall’odio. Come è accaduto per Guttmann. Questi, racconta Riccardi, “voleva essere un neurologo, curare le lesioni spinali, aiutare gli altri. Ma nel 1938, dopo la ‘Notte dei Cristalli’, capì che la situazione degli ebrei in Germania stava rapidamente precipitando: essere uno dei medici più stimati del paese non avrebbe salvato lui e la sua famiglia dalla deportazione, raggiunse così l’Inghilterra e qui avviò una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre l’approccio alla paraplegia”. A lui fu affidata nel ’44 la direzione dell’ospedale di Stoke Mandeville, nel Berkshire, dove venivano curati i soldati britannici, feriti nella guerra contro il nazifascismo. Il medico “guarda i suoi pazienti negli occhi e vi legge ciò che nessuno ha visto prima. Non ci sta a imbottirli di anestetici e tornare a casa la sera con la coscienza tranquilla, come se il suo compito fosse stato assolto. Si intrattiene con loro, ha la pazienza di ascoltarli, si sforza di comprenderli intimamente”. Guttmann prende una decisione coraggiosa: dimezza i sedativi. Non vuole più vedere dei ventenni “sdraiati come tanti cadaveri, li mette seduti sui letti e questo produce sofferenza: ma Guttmann non si lascia intimorire e li costringe a giocare lanciando una palla”. Un approccio alla fisioterapia rovesciato: “Non più un percorso che relega il paziente a una modalità passiva, – spiega Riccardi nel suo libro – ma un esercizio che lo rende protagonista”. Un approccio che rivoluzionerà l’intero mondo della medicina e la cui influenza è ancora attuale. A testimoniarlo, Ruggero Vilnai, che ha raccontato di essere in carrozzina da 57 anni e come, se non fosse stato per le idee di Guttmann, la sua vita sarebbe stata molto diversa.
Uno degli elementi chiave del pensiero del medico era restituire dignità ai suoi pazienti, “trasformare mielolesi privi di speranza in contribuenti del fisco”. Ovvero cittadini come tutti gli altri. Un tema sottolineato anche dal Consigliere comunale Paolo Sacerdoti, membro della nazionale di rugby in carrozzina. Sacerdoti si è soffermato sul valore dello sport, ma ha anche ricordato come sia prioritario fare in modo che la disabilità non venga più considerata eccezionale all’interno della società. Come debba essere riconosciuta come una differenza tra le altre, come una risorsa e non una barriera.
Sulla figura di Guttman poi Cavalieri sottolinea una peculiarità. “Quello che stupisce è come lui, ma anche personaggi come Albert Bruce Sabin o Rita Levi Montalcini non abbiano assorbito l’odio di cui sono stati vittime. Anzi abbiano restituito amore alla società, non si siano fatti inacidire dalla rabbia. Sono esempi di vita ancora validi oggi”.
A partecipare alla presentazione, tra gli altri, anche l’assessore comunale allo Sport Diego Bonavina e la prorettrice dell’Università di Padova con delega all’inclusione e alla disabilità Barbara Arfé.
dr