L’incontro con Erdogan

Che le relazioni tra Turchia e Israele diano segnali di distensione e ripresa di rapporti ‘amichevoli’ non può che far piacere. È onesto chiedersi, tuttavia, se questo nuovo dialogo vada davvero a favore della pace o non serva piuttosto a rafforzare la divisione in blocchi strategici nell’area mediorientale. Tutte e due le cose assieme, probabilmente.
In questa nuova atmosfera di cooperazione e di dialogo, fa anche bene al cuore leggere che una delegazione di rabbini dei Paesi islamici si è recata ad Ankara per essere ricevuta da Erdogan. Anche questa è cosa bella, soprattutto nella speranza che serva a rendere più facile la vita degli ebrei in Turchia. È una di quelle cose che aprono il cuore alla speranza, anche se spesso la speranza – guardando indietro nel tempo – è spesso rimasta nel campo delle pietose illusioni.
Chissà, comunque, se negli incontri e nelle discussioni fra i rappresentanti dei governi turco e israeliano e fra Erdogan e i rabbini dei paesi islamici si sia affrontato anche il problema dei diritti umani e civili in Turchia. Certamente, in questo campo, pochi hanno gran che da insegnare. Ma la Turchia sembra sia rimasta indietro di qualche secolo e qualcuno, prima o poi, dovrebbe avere l’ardire di farlo notare al dittatore Erdogan. È vero che la realpolitik vuole così. Per convertire alla civiltà non c’è niente di meglio che coinvolgere nella civiltà, anche se con la Turchia questa teoria non ha mai dato molti frutti.
Personalmente, continuo a pensare al genocidio degli armeni, e al rifiuto turco di riconoscerne la realtà storica e la sua stessa responsabilità. Di fronte a questo, e a tutti i giornalisti rinchiusi nelle carceri turche per reati di opinione e di informazione, mi chiedo se i rabbini abbiano fatto bene a pensare unicamente a risolvere i problemi di casherut e non abbiano fatto riferimento anche ad altri principi fondamentali della Torah. Mi chiedo se i rabbini non abbiano svenduto il principio della giustizia per un piatto di lenticchie, pur se cucinate sotto controllo rabbinico. Forse fra le mitzwoth dell’ebraismo c’è anche la salvaguardia di principi che riguardano l’umanità intera, non solo l’interesse specifico degli ebrei del luogo. Probabilmente sbaglio, i rabbini ne sanno di certo di più e decidono secondo altri metri di giudizio. Io preferisco continuare a sguazzare nell’errore.

Dario Calimani

(28 dicembre 2021)