Israele, quarta dose al via
In Italia questa settimana sarà decisiva per decidere sull’introduzione del green pass rafforzato per tutti i lavoratori. Un’opzione al vaglio del governo che dovrebbe decidere sul tema mercoledì. Nel frattempo in Israele ha preso ufficialmente il via la campagna per la somministrazione della quarta dose di vaccini anti-Covid a tutti gli over 60 e al personale sanitario, a soli quattro mesi dal terzo richiamo. Una decisione presa in virtù del significativo aumento di contagi nel paese causato dalla variante Omicron, evidenzia oggi Repubblica. Il quotidiano segnala a riguardo le parole del direttore generale del Ministero della Salute Nachman Ash sulla possibilità che Israele raggiunga l’immunità di gregge a causa del veloci diffondersi del virus. “È possibile ma non vogliamo che accada attraverso i contagi, ma grazie al numero di vaccinazioni”, le sue parole, riprese anche da Corriere e Giornale. Rispetto agli ospedalizzati, Repubblica ricorda come “dei 114 pazienti seri negli ospedali israeliani, la stragrande maggioranza non sono vaccinati – 88 – e solo una ventina avevano ricevuto la terza dose, tutti over 60”.
In merito alla situazione negli ospedali italiani, il pneumologo Sergio Harari sul Corriere racconta come i medici debbano far fronte al rifiuto delle cure da parte di chi sta morendo di Covid. “Non credo che nella storia recente dell’umanità si siano mai registrate manifestazioni come queste – scrive Harari – e forse bisogna andare indietro nei secoli, risalendo all’oscurantismo del Medioevo, per ricordare simili irrazionali pulsioni autolesioniste”.
Una donna al Quirinale. Sui quotidiani italiani molta attenzione per la corsa al Colle, con retroscenisti al lavoro sia per raccontare cosa accade a destra che a sinistra. Nel frattempo, alle forze politiche viene lanciato un appello al femminile – tra le firmatarie, Edith Bruck, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah – perché scelgano come prossimo Capo dello Stato una donna. Ne parlano il Corriere e il Fatto Quotidiano, con quest’ultimo che si sofferma sulle possibili candidate, elencandone sei: Silvana Sciarra, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Marta Cartabia e Paola Severino. A proposito di Severino, il Fatto ricorda come l’ex ministra della Giustizia abbia rappresentato, come legale di parte civile, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel caso Priebke.
Piero Dello Strologo (1936-2022). Continuano le testimonianze di affetto e cordoglio per ricordare Piero Dello Strologo, scomparso all’età di 85 anni. Tra queste, quella pubblicata oggi da Repubblica Genova e a firma di Luca Borzani, che ricorda come Dello Strologo sia riuscito a ricomporre “con grande fatica la relazione tra la città e gli ebrei genovesi, riannodando quel filo spezzato con le leggi razziali e lo sterminio”. “C’era in lui – prosegue Borzani – l’orgoglio laico dell’ebraismo e la consapevolezza di quanto questo avesse nel suo insieme contribuito alle culture dell’occidente, fosse diventato patrimonio comune e non di rado coscienza critica”.
Rosa Hanan (1920-2022). È scomparsa Rosa Hanan, 101 anni, tra le pochissime superstiti dall’annientamento della comunità ebraica di Rodi nei campi di sterminio. Era una delle ultime Testimoni italiane della Shoah ancora in vita. “Io che, deportata da Rodi il 23 luglio 1944, ho vissuto sulla mia pelle l’inferno di Auschwitz dico ai giovani di non dimenticare questo giorno. Quando stanno in compagnia di qualcuno che è razzista o che nega l’Olocausto e la Shoah facciano in modo di allontanarlo”, le parole di Hanan ricordate da Repubblica Roma oggi. “Era l’unica persona di Rodi che avevo qui a Roma – il racconto di Sami Modiano – era l’unica persona che potevo frequentare come una sorella”. Una perdita che lascia un vuoto incolmabile, il commento della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
Israele e l’epidemia tra le gru. Circa 6.000 esemplari di gru sono morti per un’epidemia di influenza aviaria nella valle settentrionale di Hula, durante il loro percorso migratorio verso l’Africa. Lo segnala il Corriere della Sera nella didascalia di quella che sceglie come foto del giorno: un triste scatto in cui si vedono due operatori che portano via una delle gru morte. Secondo le autorità israeliane si tratta di uno dei peggiori disastri di fauna selvatica nella storia del Paese. II ministero della Salute israeliano ha chiuso la riserva naturale e il sito turistico per prevenire un focolaio nazionale di influenza di tipo trasmissibile all’uomo
Memoria croata. “Negli ultimi trent’anni sono stati distrutti in Croazia più di tremila monumenti. Sono finiti nel mirino i monumenti dedicati a coloro che durante la Seconda guerra mondiale avevano combattuto per la libertà del popolo croato, contra l’occupazione”, lo racconta sul quotidiano Domani Azra Nuhefendic, spiegando come nel paese ci sia un tentativo di rimuovere il passato antifascista. Inoltre, scrive Nuhefendic, “vengono riabilitati sia l’iconografia che i personaggi legati allo Stato indipendente di Croazia (Ndh) che rappresenta un passaggio buio e vergognoso della storia croata. Lo Ndh (1941-1945) era guidato dal movimento ustascia, aveva adottato le leggi razziali e aveva costruito a Jasenovac un campo di sterminio dove furono deportati e uccisi almeno centomila ebrei, serbi, zingari e antifascisti. Nella Croazia odierna si erigono monumenti a personaggi di spicco del movimento ustascia come Jure Francetic, si intitolano strade a famigerati ustascia, si saluta con il motto “za dom spremnir (per la patria, pronti!), che corrisponde al saluto nazista sieg heil”.
Daniel Reichel