“4 gennaio 1944, non dimentichiamo”

“Alle ore 20.40 di ieri dallo Scalo Tiburtino è partito treno numero 64155 diretto a Innsbruck con a bordo n. 292 cittadini romani, rastrellati tra elementi indesiderabili, i quali, ripartiti in dieci vetture, sono stati muniti di viveri per sette giorni. Il treno sarà scortato fino al Brennero da 20 agenti di Pubblica Sicurezza ed a destinazione da un maresciallo e quattro militari della Polizia Germanica”.
È quanto si legge nel mattinale della Questura del 5 gennaio 1944. La prima documentazione relativa alla deportazione “politica” e di alcuni prigionieri ebrei che poche ore prima aveva preso avvio dal carcere di Regina Coeli. Tra loro Mario Limentani, scomparso nel 2014, cui all’arrivo a Mauthausen sarà cucita “una stella fatta con due triangoli: uno rosso con IT nero perché ero italiano e m’avevano portato con i politici e uno giallo perché ero ebreo”.
4 gennaio 1944, una data che sempre più deve imprimersi nella coscienza cittadina. A testimoniarlo la partecipazione del sindaco Roberto Gualtieri alla cerimonia commemorativa svoltasi quest’oggi al Muro del Deportato del Verano. “Bisogna coltivare la memoria e il ricordo: l’oblio e l’indifferenza vanno contrastate perché rischiano di farci rivivere e tornare a pagine drammatiche”, le sue parole dopo la deposizione di una corona insieme all’Associazione Nazionale Ex Deportati che, da molti anni ormai, organizza questo appuntamento.
Ad accoglierlo il presidente dell’Aned Roma Aldo Pavia e il suo vicepresidente Andrea Di Veroli, oltre alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Un luogo, ha affermato quest’ultima, “che deve essere valorizzato e, attraverso la ricerca, completato per ricordare tutti coloro che subirono questa terribile sorte”. Conferma Pavia: “La strada è quella, c’è ancora molto da fare”.
Presenti inoltre l’assessore UCEI alle Politiche educative Livia Ottolenghi, l’assessore comunitario alla Memoria Massimo Finzi, il presidente di Progetto Memoria Lello Dell’Arriccia.