I compromessi della Memoria

Si stanno avvicinando i lunghi giorni della Memoria. Richieste e proposte cominciano ad arrivare per eventi e cerimonie e presentazioni di libri e ricordi personali. Si fa cultura nelle scuole, ed è la parte migliore della faccenda. Ma troppo spesso la Memoria la vengono a raccontare a noi, che non ne abbiamo bisogno. Manca la sensibilità da parte di chi organizza di ricercarsi il giusto destinatario, di voler fare cultura, anziché mero rito e vuoto atto di contrizione.
E poi ti arrivano i fascisti e i loro nostalgici eredi, alla ricerca di un palcoscenico su cui recitare il loro rammarico o, afflitti e compunti, a ricordarti che ci furono però anche le foibe e Piazzale Loreto.
Ricordiamocelo bene, quando verranno a deporre la solita corona davanti ai monumenti che ricordano i nostri cari: hanno appena finito di cantare Faccetta nera, e si sono salutati con l’eroico saluto romano. Sono i sostenitori di Casa Pound e di Forza Nuova, sono quelli che ti dichiarano solidarietà e simpatia senza mai condannare apertamente il fascismo e i suoi crimini, senza neppure menzionarlo il fascismo. Sono quelli che erigono monumenti e intitolano strade ai criminali che ti hanno deportato i parenti.
La politica li ha resi regolari e bene accetti: portano voti. Noi, forse, dovremmo fare qualcosa di più per onorare il nostro passato e l’ingiustizia delle nostre morti. Altrimenti, non stiamo parlando di Memoria ma di oblio della Memoria.

Dario Calimani