La qualità delle leggi

Roberto Calvo, Ordinario di Diritto Privato, ha da poco pubblicato Scienza e valori della legislazione civile. Diritti della persona, positivismo giuridico e antiebraismo, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2021. In questo pregevole volume, che consigliamo anzitutto ai giovani e non solo agli studiosi, costui mette in luce la perversa gerarchia delle fonti nel nazismo, dove “L’epilogo dei capovolgimenti su esposti fu l’attribuzione all’ideologia nazista del ruolo di fonte del diritto: lo spirito nazionalsocialista, che idealizzava l’odio razziale e antiebraico, era quindi dotato di forza vincolante; in caso di contrasto con il ≪vecchio≫ diritto scritto l’autorità magistratuale avrebbe dovuto dare prevalenza alla fonte non scritta innervata dalla volontà del Führer (Führerwille), che primeggiava su ogni altra norma giuridica”. Così facendo, mette in guardia dalla nostalgia di quei sistemi in cui, come a più riprese è stato chiarito, il regime è fonte di un culto pagano e quel culto pagano diventa una cosa sola con la persona fisica del supremo leader. In tal senso, si è detto che il fascismo e la persona fisica del Duce fossero pressoché indistinguibili.
“Mussolini – scrive l’autore – a differenza di Hitler, non era un fanatico del social-darwinismo razzista, né un cultore della ‘rivoluzione biologica’ ma soltanto un tattico e un navigato retore. L’idea di esaltare la superiorità dell’etnia italica associata al mito fondato sulla costruzione di un ‘uomo nuovo’, fiero, dinamico e indomabile, insensibile al fascino dei corrotti costumi borghesi, che rinnovava il glorioso spirito della romanità, fedele esecutore della volontà del Duce, rappresentavano un espediente tanto vuoto di contenuto quanto carico di suggestioni emotive e pseudo patriottiche, senz’altro funzionale al tentativo deliberato e sistematico di raccogliere il consenso popolar. La stragrande maggioranza degli ebrei italiani fu colta di sorpresa dalla campagna razzial-religiosa, perché non nutriva alcun sospetto, della realizzanda crociata antisemita stimolata dalla violenza in nome di una turpe missione purificatrice”. Renzo De Felice, a suo tempo, aveva messo in luce il ruolo dell’uomo nuovo, nell’economia del regime, un concetto che, in modo inconsapevole, sarà ripreso esplicitamente dal Che Guevara. In tal senso, bisognerebbe individuare la linea sottile di demarcazione fra gli intenti di rinnovare la società e gli esperimenti da Golem perseguiti dall’ingegneria sociale, così come andrebbero distinte le ondate ricorrenti di certe campagne moralizzatrici dal sacrosanto tentativo, spesso coronato da avvilente insuccesso, di far capire che la violazione della legge non è frutto di saggezza e spirituale destrezza, bensì di disprezzo del prossimo.
Roberto Calvo dedica, inoltre, ampio spazio ai “Profili attuali di tecnica legislativa”, una parte preziosa del libro che illustra i congegni normativi posti in essere per curare la qualità delle leggi in Italia. Poiché – aggiungiamo noi – gli esiti non sembrano esaltanti, è grazie all’illuminato autore che dovremmo trarre spunto per una riflessione filosofica e culturale, la cui urgenza, che segnalai all’organismo di formazione deputato, non sembrerebbe essere condivisa da alcuno. Per quello, disquisire di filosofia e di cultura diventa (ed è tutt’altro che un paradosso) uno scopo squisitamente pratico.

Emanuele Calò, giurista