Nuoto, Israele ha trovato la sua stella

A 18 anni Anastasia Nastiya Gorbenko è già la più grande nuotatrice della storia d’Israele. Uno sport in cui il paese non ha mai avuto una grande tradizione e per questo ha spesso raccolto poco. Fino all’arrivo della giovanissima Gorbenko, che in un anno ha fatto più di qualunque altro israeliano in vasca. Ha vinto due ori ai Campionati europei, è diventata la prima israeliana a qualificarsi per le finali olimpiche e a dicembre si è regalata i due podi più belli: oro sia nei 50 rana sia nei 100 misti ai Campionati mondiali in vasca corta di Abu Dhabi. Risultati straordinari, raccolti in un 2021 di grande crescita e con un futuro che racconta di altro potenziale da esprimere.
Nella sfida più esplosiva, i 50 rana, Gorbenko ha stabilito il suo primato personale 29.34, superando l’italiana Benedetta Pilato. Nei 100 ha invece battuto l’amica Béryl Gastaldello, con cui si allena negli Stati Uniti. “Béryl ed io gareggiamo a lungo insieme, una volta lei mi supera e una volta sono io a passare lei. Spingiamo l’un l’altra al massimo delle nostre capacità e questo è decisamente un bene per me. Siamo amiche fuori dall’acqua e per questo è molto più divertente competere con lei” ha raccontato la nuotatrice israeliana ai media locali, una volta tornata in patria con i due ori al collo. Il fatto di averli vinti poi negli Emirati Arabi Uniti ha avuto un ulteriore significato. Il clima che si respirava era di grande apertura e collaborazione, anche nel segno dagli Accordi di Abramo. “La verità è che avevo paura di come saremmo stati accolti – ha spiegato Gorbenko – ma poi l’accoglienza è stata incredibile. Nessuno si è comportato diversamente con noi perché siamo israeliani, anzi, tutti erano gentili con me. Quando mi sono state assegnate le medaglie sono rimasta sorpresa dal fatto che si avvicinassero a me e mi dicessero ‘Congratulazioni’ (Mazal Tov), in ebraico, e mi chiedessero: ‘Va tutto bene? (Ma nishma)’”.
Molti quindi gli apprezzamenti espressi dall’atleta per l’ospitalità ricevuta negli Emirati. Ora però il ritorno in Israele segna anche un nuovo inizio per la giovane che, come migliaia di suoi coetanei, finita la scuola è pronta per arruolarsi. A una settimana infatti dalle vittorie mondiali la nuotatrice si è messa la divisa per iniziare il suo periodo di leva. “La verità è che non so verso cosa mi sto dirigendo, ma so che tutti dovrebbero farlo e che fa parte dell’essere un atleta israeliano. Credo che andrà bene”, le sue parole al quotidiano Yedioth Ahronot.
Anche nel suo periodo in divisa a Gorbenko sarà garantita la possibilità di allenarsi in vasca. “Sono contenta di avere l’opportunità di prestare servizio nell’esercito e di continuare allo stesso tempo il mio percorso sportivo”, ha detto. Intercettata da Haaretz appena uscita dalla vasca di Abu Dhabi, la giovane ha dimostrato tutta la sua concentrazione e il desiderio di continuare a puntare in alto. Tanto che il giornalista Itamar Kazir con un po’ d’ironia scrive: “Il nuovo capitolo dell’autobiografia immaginaria di Anastasia Gorbenko dovrebbe intitolarsi ‘Come vincere il campionato del mondo due volte ed essere ancora delusi’”. Kazir in realtà racconta di essere rimasto impressionato da questa 18enne capace di mantenere alta la tensione anche dopo un’inattesa vittoria. E di ripresentarsi in vasca a distanza di 24 ore, in un’altra disciplina, e vincere ancora. Per poi uscire e pensare ancora a migliorarsi. “Penso che ogni atleta sia così, che vinca o che sia ultimo, è sempre alla ricerca di ciò che avrebbe potuto fare meglio e di come migliorare. Almeno – dice – è così che la vedo io”.

dr, Pagine Ebraiche Gennaio 2022