Scegliere la fiducia
“Provvedimenti in merito a…” a cosa? Dal telefono si riesce a leggere solo l’inizio della mail inviata dalla Comunità agli iscritti. Istintivamente mi domando se ci sia stato qualche episodio di antisemitismo, o magari qualche uscita poco felice di una personalità istituzionale, oppure qualche nuovo paragone inaccettabile da parte di un gruppo no vax. Niente di tutto questo: aprendo la mail scopro che in realtà il titolo completo è “Provvedimenti in relazione all’attuale situazione sanitaria” e contiene le nuove regole per l’accesso al Bet ha-keneset stabilite dalla Giunta della Comunità recependo le indicazioni (rigorose, a mio parere giustamente) pervenute dall’Assemblea dei Rabbini d’Italia.
Chissà perché ho avuto quel pensiero: non sono nemmeno sicura che in casi di antisemitismo e dintorni si userebbe il termine “provvedimenti”; e non vivo certo in una città particolarmente antisemita, tutt’altro. A pensarci bene, però, non è detto che il mio errore sia un sintomo di pessimismo o paranoia: in fin dei conti ciò che ha attirato la mia attenzione è stata la parola “provvedimenti”, e il mio errore di interpretazione dimostra un’istintiva fiducia nel fatto che la Comunità sia in grado di attivarsi e reagire in tempo reale qualunque cosa succeda anche in questo periodo di vacanze. E tutto sommato la fiducia nella possibilità di agire concretamente per combattere l’antisemitismo non è poi così dissimile dalla fiducia nella possibilità di agire concretamente per combattere il Covid: entrambe sono significative perché tutt’altro che scontate; entrambe sono una sana reazione contro chi rifiuta i provvedimenti razionali, contro chi segue teorie complottiste arrivando a negare l’esistenza stessa del Covid (o dell’antisemitismo). In entrambi i casi la fiducia non è un atteggiamento passivo, ma una scelta consapevole.
Anna Segre