Oltremare – Rivoluzione

Dunque anche il rabbino capo d’Israele, triplamente vaccinato, è positivo al covid e se ne starà in isolamento per qualche giorno. Potrebbe essere il momento perfetto per fare una rivoluzione sefardita, mettere il gefilte fish finalmente fuori legge e dichiarare una volta per tutte che il cholent non esiste e il pasto sabbatico a base di legumi vari e carne si chiama chamin, come sappiamo tutti benissimo, e per abolire stranezze assortite nel piatto del Seder di Pesach e la pronuncia alternativa di parole di uso anche molto frequente: “gut shabbes” va bene a Berlino magari, qui abbiamo la grazia di una lingua ebraica che è uno splendore, antica e nuova allo stesso tempo, si dice “shabbat shalom” e fine della questione.
Invece temo che non ci sarà nessuna rivoluzione, anche perché per fare le rivoluzioni ci vogliono le masse, e le masse qui al momento, ashkenaziti e sefarditi equalmente, sono in alta percentuale in isolamento anche loro. Chi con il covid, chi per via di un figlio in dubbio di positività; e dove le famiglie contano numerosi bambini, le probabilità di contagio fra bus scolastico, classi, corsi dopo la scuola e giochi ai giardini si decuplicano di giorno in giorno. Una specie di lockdown nazionale ma a macchia di leopardo. Profilo basso in attesa che i tempi siano maturi per future rivoluzioni, quando si potrà tornare ad accalcarsi in manifestazioni e concerti rock. Per ora le classi e gli uffici si svuotano e riempiono come fisarmoniche, i tamponi casalinghi, su cui si può puntare più o meno come alla roulette al casinò, scompaiono dagli scaffali con la stessa velocità con la quale un anno fa scomparivano mascherine e disinfettanti. Sul cellulare compaiono invece notifiche mai richieste di Netflix. I segnali ci sono tutti. Devo solo ricordarmi di ordinare nella prossima spesa online gli ingredienti per un buon chamin.

Daniela Fubini

(10 gennaio 2022)