“David Sassoli, esempio da custodire”

Un esempio per il suo costante impegno nella costruzione di un’Europa unita nel segno dei valori democratici e della lotta contro ogni forma di discriminazione. Così il mondo ebraico in queste ore ricorda il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli, morto nella notte all’età di 65 anni.
Giornalista, conduttore televisivo, vicedirettore del Tg1, era entrato in politica come europarlamentare del Partito democratico nel 2009. Dopo essere stato nominato vicepresidente del Parlamento Ue nel 2014, i colleghi di Strasburgo nel 2019 lo avevano eletto alla presidenza. Un ruolo in cui aveva lasciato un segno profondo, come hanno sottolineato diverse voci del mondo ebraico ricordando il suo impegno. “Siamo profondamente rattristati nell’apprendere della scomparsa del Presidente David Sassoli. Un europeo veramente appassionato ci ha lasciato”, il saluto dello European Jewish Congress. “Il suo agire per la democrazia e la costruzione europea è stato immenso e si è distinto per la costante coerenza”, ha dichiarato la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, esprimendo il cordoglio dell’ebraismo italiano. “Come ci ha ricordato, l’Europa unita non è un dono dal cielo, ma il risultato di un impegno luminoso di grandi protagonisti ai quali va ad aggiungersi. Un patrimonio di imperativi del narrare, del fare e saper fare per il bene dell’umanità che siamo tutti chiamati a non disperdere. Lo ricordiamo con gratitudine e commozione anche per sua vicinanza al mondo ebraico espressa non solo a parole, ma con la forza delle azioni”. Di “amicizia particolare con il mondo ebraico” ha parlato il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, evidenziando come Sassoli nel corso del suo mandato parlamentare europeo abbia “più volte espresso fermamente la sua posizione in difesa dei valori della convivenza e dei diritti religiosi”.
Dalla difesa della Memoria della Shoah alla lotta all’antisemitismo fino al lavoro con la Conferenza dei rabbini europei per tutelare i diritti della minoranza ebraica in Europa, il suo lavoro a Strasburgo ha toccato molti ambiti legati all’ebraismo. “La libertà di religione è un valore fondante dell’Europa. Il contributo del popolo ebraico è il contributo al bene superiore del nostro Continente”, aveva dichiarato nel 2020, intervenendo a un incontro della Conferenza dei rabbini europei. Nello stesso anno, si era impegnato a portare all’Europarlamento la voce della senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre. “È un grande onore averla qui con noi oggi, Senatrice Liliana Segre, e un grande dono. Non dimenticheremo mai le sue parole sugli orrori della Shoah. Con lei, saremo più forti nel sostenere la nostra testimonianza contro l’indifferenza”, il suo ringraziamento allora alla senatrice a vita. “Conoscevo già David Sassoli da alcuni anni e lo rividi nel gennaio 2020, in occasione del suo invito a parlare al Parlamento europeo. Ricordo il suo bel volto da attore timido, la sua accoglienza affettuosa, le lacrime che gli rigavano il viso mentre mi ascoltava. – il ricordo di Segre di quel momento – Abbiamo perduto un patriota europeo, un rappresentante dell’Italia migliore”.
A raccontare a Pagine Ebraiche il volto privato di Sassoli, il Consigliere UCEI Guido Coen, che spiega come come tra le due famiglie ci fosse “un’amicizia consolidata nel tempo. Posso definirlo un fratello, con lui ho condiviso molti dei momenti più importanti della mia vita”. “Era una persona generosa, mai sopra le righe, impegnata in prima linea per la difesa dei diritti umani. – afferma Coen – Sia come giornalista sia come politico si batteva con correttezza e professionalità per quello in cui credeva. Un vero gentleman dalle molte passioni, tra cui la natura e l’alpinismo”. Tra gli oggetti che portava con sé, ricorda ancora l’amico, una kippah ricevuta quando presenziò ai funerali dell’ex Presidente d’Israele Shimon Peres. “Se la portava sempre appresso. L’aveva indossata ad esempio per la sua visita al Tempio Maggiore di Roma nel 2019. Era molto legato a quella kippah, ma in particolare al ricordo di Peres. Soprattutto all’idea di pace che questi incarnava e che lui condivideva”. La sua preoccupazione in qualità di presidente del Parlamento Ue nell’ultimo periodo, aggiunge Coen, era legata al risorgere degli estremismi, in particolare rispetto al rafforzarsi delle destre sovraniste ed euroscettiche. “Un pericolo per tutto quello in cui credeva: un’Europa unita, senza confini, senza barriere. Per David non era solo un ideale, ma un progetto concreto come dimostrava il suo desiderio di realizzare un treno europeo, che si muovesse lungo tutto il Continente, da est a ovest. Nel suo ufficio a Bruxelles teneva un modellino di questo progetto”.
Nei tanti anni di conoscenza, non aveva fatto inoltre mancare la sua presenza nelle occasioni pubbliche importanti legate alla Memoria. “Quando abbiamo apposto la Pietra d’inciampo in ricordo di mio zio, Giulio Della Pergola, a L’Aquila, da dove fu deportato il 16 gennaio 1944, David era presente. Così come quando nel 2020 è stata inaugurata a Portico d’Ottavia, la panchina in memoria dei giornalisti e tipografi ebrei deportati da Roma. Anche lì lui c’era. Una dimostrazione tangibile della sua sensibilità”.
Se non fosse stato per la pandemia, Sassoli avrebbe anche presenziato all’inaugurazione della terza grande mostra del Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah, sottolinea il presidente del Meis Dario Disegni. “Aveva accettato di inaugurare la mostra dedicata al periodo dei Ghetti e dell’Emancipazione con un discorso sugli ebrei e l’Europa. Sarebbe sicuramente stato un contributo significativo, purtroppo le circostanze – la pandemia prima, la malattia poi – non hanno permesso che questo si concretizzasse. Rimane però la sua grande disponibilità, la stima del Meis nei confronti di una persona impegnata a portare avanti il processo di unificazione dell’Europa, con una grandissima sensibilità ai diritti di tutte le molteplici componenti della multiforme società europea. – le parole di Disegni – Credo sia un esempio straordinario che va conservato e a cui va la nostra gratitudine”.

Daniel Reichel