Guido Weiss (1929-2021)

Matematico di enorme spessore ma anche persona dalle grandi qualità umane: affabile, generoso, sempre pronto a condividere qualcosa del suo vissuto personale. Ed era una storia davvero straordinaria quella in cui poteva immergersi seguendo anche la rotta del padre e delle sue frequentazioni. È scomparso all’età di 92 anni Guido L. Weiss, professore emerito di matematica e statistica alla Washington University di Saint Louis. Nato a Trieste nel 1929, all’età di nove anni aveva subito l’espulsione dalla scuola pubblica per via dell’entrata in vigore delle leggi razziste. Frequentò così per un breve periodo la scuola ebraica di Roma, dove la sua famiglia viveva. Almeno fin quando il padre non riuscì ad emigrare negli Usa, dove trovò lavoro prima a Topeka, nella clinica Menninger, e poi a Chicago come analista didatta nell’Istituto di psicoanalisi diretto da Franz Alexander.
Parliamo di Edoardo Weiss, il padre della psicanalisi italiana, che fu allievo e amico personale di Sigmund Freud e tra i suoi pazienti ebbe nomi del calibro di Italo Svevo e Umberto Saba oltre a una sfilza di altri intellettuali di fama. Uno dei tanti “cervelli” che il Paese ha perso per via della persecuzione antisemita scatenata dal fascismo a partire da quei provvedimenti. “Erano quasi tutti suoi amici e conoscenti personali, o per lo meno amici di amici e conoscenti di conoscenti. E, nelle relazioni con lui, passavano continuamente dal ruolo di amici a quello di discepoli o studiosi dilettanti e a quello di pazienti”, racconterà Giorgio Voghera a proposito di quella Trieste vibrante d’intelletto del primo Novecento in cui Weiss si distinse come uno degli assoluti protagonisti.
Un campo, quello scientifico, che è stata anche la cifra della vita professionale del figlio. Che, dopo essersi formato all’Università di Chicago, ha saputo farsi valere sia come matematico che come insegnante che come consulente del governo federale nell’ambito della ricerca di base. Tra i molti riconoscimenti ottenuti nel corso di una carriera ricca di soddisfazioni la laurea honoris causa conferitagli dall’Università di Milano nel 1994. Sia il suo ricordo di benedizione.