“Tu Bishvat e la Torah come linfa”

Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi, cade quest’anno di shemità: l’anno sabbatico. Una festa quindi con regole diverse rispetto al solito e anche per questo foriera di riflessioni “che ci possono essere d’aiuto e conforto” nella difficile fase storica che stiamo attraversando. Ad evidenziarlo il rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e assessore al Culto UCEI, durante la celebrazione di un seder virtuale con la Comunità ebraica di Venezia che ha visto anche gli interventi del direttore dell’area Educazione e Cultura UCEI rav Roberto Della Rocca, del rabbino capo rav Daniel Touitou, del presidente degli ebrei veneziani Dario Calimani e del suo omologo genovese Ariel Dello Strologo.
“Siamo nell’anno ‘shemità’, nel ciclo dei sette anni di cui parla la Torah prescrivendo la sospensione dei lavori della terra, come segno, fra l’altro, di riconoscimento dell’autorità del Signore su tutto il creato”, ha esordito il rav. Un’espressione pertanto “del ruolo spirituale, e non solo materiale, della Terra Promessa al popolo d’Israele”.
Sospensione che vuol dire anche divieto di piantumazione di nuovi alberi, con effetti sia pratici che simbolici. I Maestri, è stato infatti ricordato, indicano un legame emblematico tra l’uomo e l’albero rappresentato particolarmente dalle radici: “Come l’albero è tanto più saldo quanto più profonde sono le sue radici, così ogni ebreo può essere più forte nella propria identità, nella sua stessa umanità, quanto più le sue radici, cioè i suoi valori di vita, attingono la loro linfa nella Torah”. Un altro richiamo significativo, ha poi specificato il rav, “è dato dal fatto che la Torah stessa è paragonata ad un albero: ‘Etz Chaym hi – Essa (la Torah) è un albero di vita’”.
È stato inoltre ricordato come il verbo che indica l’azione del piantare alberi “è utilizzato nelle Berachot che si recitano prima della lettura della Torah per esprimere il senso dell’eternità che il Signore ha donato ai figli d’Israele attraverso la Torah stessa, in modo particolare mediante quella Orale, la Mishnà e il Talmud, attraverso i quali abbiamo gli strumenti per mantenere sempre attuale il suo insegnamento”. Forza delle proprie radici che vengono dal passato e al contempo proiezione verso il futuro: una prospettiva che è ciò “di cui abbiamo particolarmente bisogno” anche nel ricordo delle persone care “che ci hanno lasciato sapendo che le loro opere e il loro esempio hanno posto salde radici nella nostra vita, nel privato e nell’ambito della Comunità”. Persone che sono come piante e continueranno per questo “a dare buoni frutti”. Il rav ha inoltre sottolineato come sia necessario affrontare le difficoltà “consapevoli delle esperienze che ci vengono dalla nostra storia e dai valori dell’ebraismo, pensando a come progettare il futuro anche con queste limitazioni e tenendo presente che la Torah riconosce autorevolezza alla medicina e ai vari campi della sapienza umana che si occupano di proteggere e curare la vita dell’uomo”. Sempre indispensabile sarà però anche “ricercare con il nostro comportamento l’aiuto e la benedizione del Signore”.
Rispetto alla festa di Tu Bishvat, tante le iniziative organizzate nel mondo ebraico. In Israele, ad esempio, l’Accademia della lingua ebraica ha ideato un modo interattivo per riflettere sul significato del Capodanno degli alberi e del ruolo della natura nella Bibbia: un quiz a cui far rispondere sia grandi che piccoli. In tutto il paese poi sono promosse in queste ore incontri e appuntamenti dedicati ad approfondire tematiche ambientali.