Dall’Europarlamento al Quirinale,
nomine presidenziali

Nelle prossime ore il Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria voterà per eleggere il suo prossimo presidente, che succederà a David Sassoli, scomparso l’11 gennaio. La favorita, racconta il Corriere della Sera, è la maltese Roberta Metsola del Ppe. Il suo slogan è “Believe in people, believe in Europe” e nel tweet che sintetizza la sua discesa in campo spiega di “volere che la gente creda nell’Europa. Per riconquistare quel senso di speranza ed entusiasmo nel nostro progetto. Per difendere quei valori che ci uniscono come europee”. Il Corriere segnala come la candidata del Ppe sia stata criticata per le sue posizione antiaborto.

Quirinale. In Italia intanto continua il totonomi su chi sarà candidato alla Presidenza della Repubblica. Il Corriere apre con l’annuncio del leader della Lega Salvini, che dichiara di avere un piano: non Silvio Berlusconi, ma un altro nome da proporre. Nella rosa dei candidabili, scrive ancora il quotidiano, Casini, Casellati e Moratti, “con sullo sfondo l’ipotesi Draghi”. Intanto tra Pd e Cinque Stelle non sembra esserci intesa, scrivono La Stampa e Repubblica, con i secondi che vorrebbero proporre la senatrice a vita Liliana Segre come candidata di bandiera.

Il destino processuale di Netanyahu. I media israeliani da giorni parlano della possibilità che l’ex Primo ministro Benjamin Netanyahu possa accettare di patteggiare con il Procuratore generale nei tre processi a suo carico per corruzione, frode e abuso di potere. L’accordo lo costringerebbe ad uscire dalla vita politica del paese per diversi anni. In particolare, riporta anche il Fatto Quotidiano oggi, il Procuratore Avichai Mandelblit, in scadenza a fine mese, ha posto come condizione dell’accordo che Netanyahu ammetta la “condotta disonorevole” (o turpitudine morale), “una designazione che lo escluderebbe da cariche pubbliche per sette anni”.

Ari e Cei al lavoro. Nella sede della Conferenza episcopale italiana i vertici dell’episcopato italiano hanno incontrato l’Assemblea rabbinica italiana per lavorare sulla programmazione delle prossime Giornate per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cristiani ed ebrei. Al tavolo, riporta Avvenire, in rappresentanza dell’Ari c’erano rav Alfonso Arbib, presidente dell’Assemblea rabbinica e rabbino capo di Milano, e rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. L’incontro è stata l’occasione per riflettere sul significato del Dialogo tra le due religioni. “Occorre capire meglio quali sono le differenze che possono creare criticità da superare oppure semplicemente da conoscere”, le parole di rav Arbib ad Avvenire. Il quotidiano riporta anche le dichiarazioni, da Perugia, del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti: La Chiesa italiana ha “stima verso gli ebrei italiani”. E “non basta essere contro l’antisemitismo, è importante essere ‘per’: questo vuol dire riconoscere; questo significa attenzione e cura”.

Arte e polemiche. L’Alleanza contro l’antisemitismo di Kassel, un gruppo con sede nella città tedesca dove si svolge la famosa quinquennale, ha accusato Documenta di “coinvolgimento di attivisti anti-israeliani” nella sua prossima edizione. In particolare il gruppo ha puntato il dito contro il collettivo indonesiano Ruangrupa, accusato di “diffondere antisemitismo e messaggi ostili contro Israele”. Ne parla oggi Repubblica, spiegando che da Documenta le accuse sono state respinte, ma di come del caso si stia occupando anche il governo tedesco. A proposito di arte e polemiche, La Stampa racconta invece di quanto accaduto al Ramat Gan Museum, in Israele. Qui la mostra “The Institution” ha chiuso dopo le polemiche legate all’esposizione di un’opera – Jerusalem di David Reeb – considerata controversa e definita “razzista” dal sindaco di Ramat Gan. Gli artisti in mostra hanno espresso solidarietà a Reeb, mentre l’opinione pubblica si è divisa. E alla fine l’esposizione è stata chiusa.

Segnalibro. Sulle pagine di Domani lo storico Alberto Cavaglion riflette sul significato della Memoria della Shoah, a partire dal suo ultimo libro Decontaminare le memorie: Luoghi, libri, sogni (Add Editore). Su La Stampa Giovanni De Luna presenta invece il saggio storico di Gianluca Fantoni, Storia della Brigata ebraica – Gli ebrei della Palestina che combatterono in Italia nella Seconda guerra mondiale (Einaudi).

L’esistenza d’Israele. Dalle difficoltà di una certa sinistra a capire l’ebraismo e poi a rapportarsi con Israele, al continuo ritorno dell’antisemitismo, molti i temi toccati dallo psicanalista David Meghnagi in un’ampia intervista pubblicata dal Riformista. Un’intervista in cui Meghnagi evidenzia come “l’esistenza di Israele oggi costituisce un arricchimento del mondo intero” e una difesa per tutti gli ebrei.

Chi tradì Anne Frank. Sui quotidiani italiani continuano gli approfondimenti legati al nome di chi avrebbe tradito Anne Frank e la sua famiglia con una delazione: Arnold van Der Bergh, notaio ebreo di Amsterdam. Alla conclusione è giunto un team statunitense composto da venti tra storici ed esperti di intelligenza artificiale, tra cui un ex agente dell’Fbi. Il risultato è arrivato al termine di sei anni di ricerche ed è ora rivelato nel libro Chi ha tradito Anne Frank Indagine su un caso mai risolto (Harper e Collins).

La condanna di Zemmour. Il polemista francese, candidato all’Eliseo, Eric Zemmour è stato condannato a Parigi al pagamento di 10mila euro di ammenda per incitamento all’odio razziale. Era stato denunciato per aver definito “assassini” e “violentatori” i migranti minorenni non accompagnati. Ne parlano diversi quotidiani oggi (Corriere, Repubblica), che danno molta evidenza a questa frase di Zemmour: “Se un giorno fossi costretto a lasciare la Francia dove andrei? Non ho dubbi: in Italia”.

Espellere gli odiatori. Il governo belga ha deciso di revocare il permesso di soggiorno a Mohamed Toujgani, imam di una moschea del quartiere Molenbeek (Bruxelles), che nei suoi sermoni incitava a “bruciare i sionisti”. Per i sostenitori di Toujgani la revoca rappresenta un “atto di islamofobia”. Ma è chiara la replica delle autorità: “La decisione è stata presa sulla base di informazioni provenienti dai servizi di sicurezza e a causa di indicazioni di una grave minaccia per la sicurezza nazionale”, ha spiegato il segretario di Stato belga per l’asilo e la migrazione, Sammy Mahdi, come riporta oggi La Verità.

Daniel Reichel