“La pandemia un campanello d’allarme:
ripensiamo il mondo di domani”

Interrogarsi sul senso della vita, sul nostro modo di stare al mondo, e nel segno di questa consapevolezza agire per un cambiamento radicale. È l’invito pervenuto dal rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Roma, nell’ambito di un dialogo con il cardinale José Tolentino de Mendonça sulle “risorse spirituali e umane di ebraismo e cristianesimo alla prova della pandemia”. Occasione la trentatreesima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che, tra i tanti eventi organizzati in tutta Italia, ha visto la celebrazione di questo confronto nella sede del Museo ebraico della Capitale.
“Eventi negativi come la pandemia vanno visti anche come un campanello d’allarme, come una sveglia. In discussione c’è da rimettere tutto quanto”, il pensiero del rav. Illusorio infatti pensare “che la nostra vita di prima fosse perfetta”. Che quella cosa che chiamiamo normalità non debba comunque essere ripensata e che soprattutto, quando sarà riconquistata, non si debba provare “a tornarci come persone migliori”.
Questi due anni avrebbero fatto emergere aspetti sia positivi che negativi. Nella prima categoria, un patrimonio da non disperdere anche nella società di domani, “la scoperta che possiamo essere utili agli altri”. Mentre a caratterizzare la sfera del peggio quella finta solidarietà all’insegna dell’odio “che è la caccia all’untore, quel bisogno di scaricare la colpa su qualcuno che diventa micidiale”. Il rav si è poi soffermato sull’importanza di vaccinarsi. E in particolare su “quel discorso etico di solidarietà sociale e impegno verso gli altri che ci tocca profondamente”. Vaccinarsi, quindi, anche come “dovere religioso”.
Anche per il cardinale Tolentino de Mendonça è essenziale che si faccia strada un’altra maniera di interpretare le cose: “Non possiamo credere di poter ritornare al mondo di ieri e che la situazione si risolverà semplicemente con qualche ritocco al sistema”. L’idea è che anche il Dialogo interreligioso, definito “un’esigenza urgente”, possa dare un contributo fondamentale. Un obiettivo di fondo: “Sostituire la cultura dell’ostilità con una cultura dell’indipendenza e della fraternità”.
L’incontro si è aperto con le parole del cardinale vicario Angelo De Donatis, che nel suo intervento ha anche fatto riferimento al gravissimo episodio del funerale con bandiera nazista a Prati. “Quando con dolorosa sorpresa simboli di morte come la svastica vengono riesumati, abbiamo il dovere di indicare le linee di demarcazione tra il bene e il male”, ha affermato al riguardo. Per poi aggiungere: “Come i vaccini odierni che vanno ricalibrati sulle ‘nuove varianti del male’, così bisogna attivare ‘gli anticorpi all’odio’ cresciuti in questi decenni”.

(18 gennaio 2022)