Torino, una giornata per la conoscenza e il dialogo
Celebrata anche a Torino la 33esima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, incentrata quest’anno sul capitolo 29 del profeta Geremia, la lettera agli esiliati del popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia.
Il contesto del passo di Geremia è drammatico: siamo tra la prima e la seconda deportazione a Babilonia, con il piccolo regno di Giuda lacerato tra le due grandi potenze, quella babilonese e l’Egitto. Geremia manda questa lettera da Gerusalemme agli esiliati invitandoli a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, dalle tragedie che vivono, ma di riprendere invece la vita, costruendo abitazioni e mettendo al mondo figli. Un messaggio recepito dalle comunità ebraiche, a partire dall’altro grande esilio, iniziato nell’anno 70 dopo la distruzione del secondo Tempio e continuato per 19 secoli, cercando di mantenere la propria identità, in attesa della realizzazione della promessa divina del ritorno alla terra.
Il tema della Giornata di quest’anno – è stato sottolineato in apertura dal Presidente della Comunità Dario Disegni – è particolarmente interessante e suggestivo: il profeta Geremia invita a non perdere la speranza e a non farsi impadronire dallo sconforto, un messaggio, quello della speranza nel futuro, attualissimo anche in questa epoca caratterizzata dalla pandemia che ha sconvolto le nostre vite.
Le due relazioni, che hanno riscosso un grande apprezzamento del pubblico presente in sala e collegato online (qui per rivedere gli interventi), sono state svolte da rav Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino, e da Matteo Bergamaschi, docente della Facoltà Teologica di Torino.
Alla serata sono intervenuti inoltre l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, la presidente della Commissione evangelica per l’Ecumenismo, Eugenia Ferreri, e la presidente dell’Amicizia Ebraico-Cristiana, Maria Ludovica Chiambretto.