Libri ebraici italiani,
il catalogo a portata di tutti

L’obiettivo è arrivare a catalogare 35mila volumi del patrimonio librario ebraico italiano. Un’iniziativa ambiziosa, avviata nel 2018, che continua a fare passi avanti significativi. Sono infatti 10mila i volumi in ebraico presenti in diverse biblioteche del nostro paese ad oggi catalogati grazie al progetto ITALYA Books, frutto della stretta collaborazione tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ente a capo dell’iniziativa, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Biblioteca Nazionale di Israele, la Rothschild Foundation Hanadiv Europe e con il contributo della Fondazione beni culturali ebraici in Italia. “Stiamo passando a una nuova fase del progetto, dopo quella pilota, e abbiamo ottenuto un risultato importante: l’approvazione da parte della Fondazione Rothschild Hanadiv Europe del nostro piano di lavoro su base triennale”, spiega Gloria Arbib, referente UCEI per ITALYA Books. L’orizzonte di lavoro è dunque ampio, considerando che l’obiettivo è costruire un catalogo collettivo di tutti i libri a stampa in ebraico depositati presso le biblioteche sul territorio italiano, siano esse delle Comunità ebraiche che dello Stato. I volumi già consultabili provengono da diverse istituzioni nel paese: dal Centro Bibliografico UCEI Tullia Zevi all’Archivio Terracini di Torino, dalla Biblioteca della Comunità ebraica di Genova ai fondi del Collegio Rabbinico di Roma, di Vercelli, di Ferrara e diversi altri. “Il nostro invito è a visitare la Biblioteca digitale dove si può prendere visione del lavoro svolto. Studiosi, ricercatori e semplici curiosi possono visualizzare le schede informative in ebraico e in caratteri latini, oltre ad una serie di fotografie che descrivono le pagine principali e identificative di ogni volume”.
“In generale Y- ITALYA Books ha due caratteri che vorrei sottolineare. Da una parte ci permetterà di scoprire, nelle quaranta biblioteche prese in esame, volumi che rappresentano pezzi importanti della storia della cultura ebraica in Italia. – evidenzia Arbib – L’altro elemento è legato alle biblioteche: a loro chiediamo di mettere i volumi a disposizione dei nostri fotografi e in cambio restituiamo un catalogo collettivo parzialmente digitale. Uno strumento utile per gli studiosi, che potranno così decidere dove, ad esempio, andare a chiedere in prestito o in visione un determinato libro. Diamo dunque valore alle biblioteche stesse, al loro patrimonio”. Inoltre, aggiunge, il progetto rappresenta una possibilità per le istituzioni, ebraiche e non, per fare ordine nei propri inventari e assicurare il proprio patrimonio librario. “Sappiamo che c’è il rischio che questi volumi vengano sottratti. E già accaduto in passato. Catalogarli nel nostro sistema permette di evitare che questi volumi scompaiano senza lasciare traccia”.