Trapianti di organi da maiali,
cosa dice l’ebraismo

È di alcuni giorni fa la notizia del primo trapianto al mondo di un cuore di maiale in un uomo cardiopatico. Quale è la posizione dell’ebraismo al riguardo? L’abbiamo chiesto a rav Gianfranco Di Segni, docente al Collegio rabbinico italiano e ricercatore dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del CNR.
“Già da decenni – spiega – si usano nell’uomo le valvole del cuore provenienti dal maiale. Per arrivare al trapianto dell’intero organo è stato però necessario superare i problemi dovuti al rigetto del cuore animale da parte del sistema immunitario umano: per questo motivo si è modificato geneticamente il maiale per rendere i suoi tessuti compatibili con l’uomo”.
Ma perché proprio dal maiale? “Il maiale – sottolinea il rav – è ritenuto un animale più adatto di altri come fonte di organi da trapiantare nell’uomo, perché le dimensioni dei suoi organi sono simili a quelle umane e questo ne facilita l’attecchimento nell’uomo. Ci sono comunque anche altre ragioni: il maiale è un animale domestico disponibile in gran numero ed è facile allevarlo”. È interessante notare, prosegue, “che la somiglianza fra il maiale e l’uomo è già menzionata nel Talmud: nel trattato Ta’anit (21b) è scritto che se c’è una mortalità fra i suini (la peste suina) si decreta un digiuno per scongiurare che la malattia si diffonda all’uomo”. La regola vale in particolare per i maiali “perché, afferma il Talmud, i loro organi interni sono simili a quelli dell’uomo”.
Perché è così importante dal punto di vista medico l’utilizzo di animali per prelevarne organi? “Il motivo – risponde il rav – è molto semplice: come è noto, la disponibilità di organi da donatori umani è limitata, di gran lunga inferiore alla richiesta. E in alcuni casi, ci sono difficili problemi etici da superare: secondo alcune opinioni, non si può decretare la morte di una persona finché il cuore batte. È quindi impossibile, secondo queste opinioni, estrarre alcun organo dal donatore con cuore ancora battente per trapiantarlo in pazienti in lista di attesa. Il trapianto di cuore (ma anche del fegato) sarebbe quindi precluso. È chiaro dunque che se si potessero utilizzare organi da animali si risolverebbe il problema della scarsità o assenza di donatori. Anche i primati sono simili all’uomo, ma proprio per la loro somiglianza, anche esteriore, è probabile che l’uso dei loro organi incontrerebbe maggiori resistenze etiche”.
Ma è ammesso dal punto di vista etico ebraico allevare e uccidere un animale per prelevarne un organo da trapiantare negli uomini? “Questo, in effetti, è un problema importante. Il divieto di procurare dolore agli animali (in ebraico: tza’ar ba’alè chayim) è una delle esplicite proibizioni della legislazione ebraica e, secondo alcuni, ha fondamento nella Torà stessa (Talmud, Bavà Metzi’à 32b). Molti passi della Bibbia mostrano come gli animali meritino la misericordia di Dio, perché noi – uomini e animali e anche le piante – siamo tutti Sue creature (Salmi 145:9). Numerose norme della Torah e del Talmud disciplinano il rapporto uomo-animale e non solo è vietato causare sofferenza agli animali, ma è anche obbligatorio curarli e accudirli: per esempio si deve dar da mangiare ai propri animali domestici prima che a noi stessi (Talmud, Berakhot 40a). Il Maimonide, nella Guida dei perplessi (3:48), afferma che la norma che vieta di uccidere nello stesso giorno un animale e suo figlio (Levitico 22:28) è stata data per evitare che la madre soffra vedendo suo figlio morire. Infatti, dice il Maimonide, non c’è differenza tra la sofferenza dell’uomo e quella degli altri animali. L’amore e l’affetto della madre per il figlio non sono legati alla ragione, ma alla facoltà immaginativa, che si trova nella maggior parte degli animali come nell’uomo. In un altro passo della Guida (3:17), si dice che dobbiamo comportarci con gentilezza e misericordia nei confronti di qualsiasi animale e non dobbiamo ucciderli tranne che in casi di necessità, come per mangiarne la carne, ma non è lecito ucciderli per crudeltà o per divertimento. Ecco, il permesso di mangiarne la carne, che secondo molti commentatori della Bibbia fu concesso agli uomini solo dopo la generazione di Noè (prima gli essere umani erano vegetariani), è la chiave per giustificare l’allevamento di animali per trarne degli organi. Il Ramà (rabbi Moshe Isserles), uno dei due autori dello Shulchan Arukh, il codice legale ebraico del XVI secolo accettato da tutto il mondo ebraico, specifica in Even ha’ezer (5:14) che il permesso di uccidere un animale per mangiarne la carne vale anche nel caso di necessità mediche, e aggiunge che bisogna in ogni caso astenersi dal comportarsi con crudeltà. Il trapianto di organi da un animale (incluso il maiale) è quindi lecito, ma ogni sforzo va messo in atto per eliminare o minimizzare il dolore inflitto all’animale”.
Molti si chiedono se sia lecito agli ebrei il trapianto di organi provenienti dal maiale, visto che, come è noto a tutti, è vietato dalla Torah cibarsi della sua carne. “È vero, è esplicitamente scritto nel Levitico (11:7-8) e nel Deuteronomio (14:8) che è proibito mangiare carne di maiale. Ma appunto, il divieto della Torah riguarda solo il cibarsi del maiale, non altri utilizzi. È anche vero che i Maestri del Talmud hanno successivamente vietato l’allevamento dei maiali e di alcuni altri animali (Mishnà, Bavà Qammà 7:7), ma questo divieto talmudico non è rilevante riguardo all’utilizzo dei loro organi e, secondo molte opinioni, non sussiste in presenza di ragioni mediche. Infatti, la cura di un malato è un principio fondamentale dell’ebraismo. Nella Torah è prescritto di non rimanere inerte quando qualcuno è in pericolo (Levitico 19:16). La necessità di salvare una vita umana o di alleviarne le sofferenze è più importante della presunta offesa arrecata all’uomo dalla presenza di un organo di maiale al suo interno. Chi pensasse di essere scrupoloso astenendosi dal trapiantare nel proprio corpo un tale organo per curare una malattia si comporterebbe in modo stolto, come il Caraita di cui parla Yehudà HaLevì nel Re dei Khàzari (3:49)”.

(20 gennaio 2022)