Linee sommerse
Le “Linee guida sul contrasto all’antisemitismo nella scuola” arrivano via mail a tutti i docenti, inoltrate dalla Preside senza parole di accompagnamento, incastrate tra le quotidiane comunicazioni di allievi o classi in Dad, gli scambi di opinioni sui voti di condotta o educazione civica in vista degli scrutini, avvisi di studenti che entreranno o usciranno fuori orario, pubblicità di spettacoli, attività, corsi di aggiornamento e molto altro. Sarò cattiva e gratuitamente pessimista ma non posso fare a meno di chiedermi quanti dei miei colleghi le avranno davvero lette o abbiano seriamente intenzione di leggerle. Facile che a molti siano semplicemente sfuggite, magari non per cattiva volontà ma per la necessità di occuparsi prima delle cose più urgenti, che è poi lo stesso motivo per cui la Presidenza non ha potuto fare altro che girare la mail a tutti così come l’aveva ricevuta dal Ministero.
Ad alimentare ulteriormente i miei dubbi contribuisce il fatto che le linee guida (27 pagine) sono accompagnate nella mail da un documento introduttivo di quattro pagine firmato Stefano Versari, Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione. Documento di cui onestamente non riesco a capire la necessità, e l’utilità, dato che non si limita a introdurre le linee guida ma divaga in modo un po’ fumoso e frammentario tra varie tematiche anche non strettamente legate all’antisemitismo o alla Shoah. Mi chiedo quanti insegnanti interpreteranno il documento di 4 pagine come una sintesi di quello di 27 e si limiteranno a quello senza accorgersi che in realtà i due testi non dicono affatto la stessa cosa e che le linee guida sono molto più chiare e di agevole lettura.
In effetti sono davvero ben fatte: leggendole mi immagino mentre le sfodero trionfalmente o ne cito qualche passo nella prossima discussione con certi colleghi. D’altra parte, però, immagino anche le reazioni di quegli stessi colleghi mentre le leggono e le commentano. Quanti si scandalizzeranno di fronte al paragrafo sui pregiudizi inconsci anche degli insegnanti e proclameranno offesi di non aver mai avuto nessun tipo di pregiudizio? Quanti storceranno il naso leggendo che le critiche a Israele espresse in certe forme possono essere considerate antisemitismo? Quanti non accetteranno la messa in guardia contro le teorie del complotto e penseranno che le stesse linee guida sono state imposte alle scuole dai poteri forti ovviamente manovrati dagli ebrei?
Occorre dire che in generale gli insegnanti non sono particolarmente inclini alle novità. È difficile pensare che questa volta faranno eccezione. Forse le linee guida sull’antisemitismo potrebbero essere bene accolte se fossero viste come una proposta utile per l’educazione civica, ma questo è possibile solo in parte perché a loro volta le linee guida del Ministero sull’educazione civica non parlano esplicitamente di lotta all’antisemitismo (come peraltro non parlano di molti altri temi considerati troppo divisivi).
Nonostante tutti questi dubbi ritengo comunque che queste linee guida siano importanti. Forse dovrà passare molto tempo prima che siano lette, e ancora di più prima che siano assimilate e messe in pratica. Forse susciteranno malumori e polemiche. Forse saranno accolte solo in parte e solo da una minoranza volenterosa (come peraltro succede per il Giorno della Memoria). Intanto però ci sono, e potranno sempre costituire un punto fermo, un appiglio pronto da utilizzare in caso di episodi sgradevoli o polemiche. Anche se per ora sommerse prima o poi non mancheranno di far sentire la loro presenza e utilità. Purché non ci si illuda che averle redatte e inviate a tutte le scuole sia sufficiente.
Anna Segre
(21 gennaio 2022)