Mitzvot e ricompense
La parashà di Itrò è famosa perché contiene i Dieci Comandamenti e la rivelazione del Signore al popolo ebraico sul Monte Sinai.
La Torà e le mitzvot devono essere osservate senza alcuna condizione e soprattutto senza l’aspettativa di una ricompensa in questo mondo.
Eppure, per l’osservanza di due mitzvot della Torà, troviamo prevista una ricompensa. La prima nel quinto Comandamento: “Onora tuo padre e tua madre, affinché si prolunghino i giorni sulla terra, che il Signore ti concede”. L’altra si trova nel libro di Devarìm e va sotto il nome di “Kan tzippor – nido dell’uccello”.
“Quando incontrerai un nido di un uccello per la strada che stai percorrendo e vedrai una chioccia che gira attorno alle uova o ai pulcini, manda via la madre e soltanto dopo prenderai i pulcini, affinché tu abbia bene e si prolunghino i tuoi giorni”.
È curioso vedere che entrambe le mitzvot, che prevedono una ricompensa di allungamento della vita, siano legate al rapporto fra genitori e figli. La prima fra uomini, l’altra fra uomini e animali. Forse una spiegazione può essere quella che i genitori – sia dell’uomo che degli animali – hanno generato la vita e quindi il comportamento che dobbiamo avere nei loro confronti è talmente rigoroso e importante che, nel caso in cui venga osservato, premia con l’allungamento della vita.
Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna
(21 gennaio 2022)