Emilia-Romagna, le storie dei “Giusti”
L’Emilia-Romagna conta ad oggi 76 Giusti tra le Nazioni riconosciuti dallo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme.
A raccontare le loro storie una mostra, I Giusti in Emilia Romagna. Piccole e grandi storie di salvatori e salvati, inaugurata in queste ore al Museo ebraico di Bologna. Curato da Vincenza Maugeri e Caterina Quareni e ricca di documentazione, testimonianze e video originali, l’allestimento fa emergere in tutta la loro grandezza figure che “sono accomunabili per una caratteristica prima di ogni altra: il rifiuto di considerarsi ed essere considerati eroi”. Personalità e percorsi tra i più disparati: tra loro – ha spiegato Maugeri, che del Museo è la direttrice – ci sono infatti “contadini e mugnai, ma anche sacerdoti, magistrati e addetti delle anagrafi”.
“Non creeremo mai un superuomo, né una società perfetta secondo il disegno di qualche pianificatore. Noi miglioriamo il mondo con lo sforzo di ognuno per preservare la libertà: è in essa che le persone di buona volontà, con genio ed errori, aiutano la società”, le parole del presidente del Museo Guido Ottolenghi nell’inaugurare la mostra. Per questo, ha aggiunto, “io credo che questa giornata ci riguardi individualmente, come cittadini, politici, lavoratori, membri di una famiglia, perché in fondo anche noi, con genio ed errori, cerchiamo di migliorare la realtà nella libertà, e perché questa libertà che si costruisce e si difende ogni giorno con piccole azioni, è un ingrediente essenziale per un futuro giusto”.
Tra i momenti più significativi del programma del 27 gennaio a Bologna un Concerto della Memoria che si terrà all’auditorium Manzoni nel nome di alcuni compositori ebrei perseguitati. “Mi auguro che la musica diventi un veicolo perché la memoria e la storia penetrino nella società e nelle persone, in particolare i più giovani”, ha affermato il presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz nel presentare le tante iniziative in agenda insieme al rabbino capo Alberto Sermoneta e alla presidente del Consiglio comunale Maria Caterina Manca.
“Senza memoria – ha detto il rav – non c’è futuro, il racconto è fondamentale. La Shoah non è uguale ad altre persecuzioni e non è paragonabile, non solo per i numeri ma perché fu un progetto organizzato a tavolino per la cancellazione degli ebrei”.