Una strana proposta
La cancel culture è arrivata anche dalle nostre parti. Sembra che alcuni stiano discutendo seriamente di una proposta davvero strana, dare un nome ebraico a via del Portico d’Ottavia! In fondo, si dice, è degli ebrei, là hanno abitato a lungo (meno di quanto alcuni pensano, prima vivevano in Trastevere)… perché allora chiamarlo con un nome da “goym”?
Ma cosa intendono per “ebraico”? Ebraico come storia o come lingua? Se come storia, lo è già, basta pensare alla sua storia nel periodo del ghetto e poi nel Novecento. Se come lingua, peccato che chi si affanna a discutere su questo improbabile cambiamento di nome non tenga conto del fatto che se c’è un elemento distintivo della lunga storia degli ebrei italiani, dalle origini, è quello di parlare comunemente le lingue “esterne”, greco e latino e poi il volgare, l’italiano. Ce lo ricordano le lapidi nei cimiteri, ogni genere di iscrizione, ci sono storici che hanno anche dedotto che gli ebrei italiani nell’età dei ghetti non solo parlavano ma addirittura pensavano comunemente in italiano. E ci sono testi in giudeo-italiano che fanno parte del patrimonio letterario delle origini della letteratura italiana. Vogliamo far finta di niente e appiccicare un nome in ebraico alla via più significativa del mondo ebraico romano? Se non è cancel culture questa! Ma ciò che si cancellerebbe non è la sopraffazione linguistica dei non ebrei ma l’ebraismo degli ebrei italiani.
Anna Foa, storica
(24 gennaio 2022)