Shoah, il trauma e l’elaborazione
Per il Giorno della Memoria i Centri romani della Società Psicoanalitica Italiana hanno scelto di presentare Trauma della Shoah, ebraismo e psicoanalisi, libro di Alberto Sonnino pubblicato di recente dai tipi della Franco Angeli. Il volume raccoglie contributi dell’autore prodotti in un arco di tempo ampio per essere destinati a più occasioni: conferenze, celebrazioni, pubblicazioni specialistiche o altro, su argomenti e problematiche ebraiche, dall’etica al pensiero, fino all’elaborazione del trauma della Shoah, nei sopravvissuti e nelle generazioni a loro successive così come nei discendenti dei carnefici, tema quest’ultimo relativamente inedito.
L’iniziativa si terrà il 27 gennaio alle 21. Con Sonnino saranno tra gli altri Giovanni Grasso, portavoce del Presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella, e Giorgio Caviglia, professore ordinario all’Università di Napoli.
Il primo capitolo del libro, già pubblicato sulla rivista di psicoanalisi, insieme al secondo, il cui testo è stato presentato in un seminario nella prestigiosa sede universitaria del Collegio Ghislieri di Pavia, affrontano la questione dell’elaborazione del trauma della Shoah, paradigma estremo di ogni tragedia collettiva, su cui si interrogano incessantemente, oltre alla psicoanalisi, discipline diverse in un confronto che sembra non avere soluzioni: come può essere stato possibile risorgere dall’inferno? L’ipotesi che viene illustrata parte dal ruolo fondamentale che la creazione di nuove generazioni e una diversa disponibilità ad ascoltare del contesto esterno ai sopravvissuti hanno avuto negli ultimi decenni. Hanno avuto, o avrebbero dovuto avere. Una questione centrale affrontata in questi capitoli è poi quella della cosiddetta “congiura del silenzio”, termine coniato dalla studiosa israeliana Yael Danieli per indicare la difficoltà, protratta per decenni, dei sopravvissuti ad aprirsi e del mondo esterno ad ascoltare per accogliere il peso della testimonianza, veicolo di un implicito, eterno, capo d’accusa: cos’ha fatto il mondo mentre i corpi bruciavano nei forni? E cosa, ognuno di noi, avrebbe fatto?
I successivi quattro capitoli, da varie angolature, trattano il complesso tema dell’identità e dell’etica ebraica, un tema rispetto al quale sebbene non ci siano risposte definitive, resti sempre possibile moltiplicare le domande. Ma se gli interrogativi sull’identità religiosa restano aperti, diverse sono le aree che vengono indicate quali punti di contatto tra il pensiero ebraico e le teorie psicoanalitiche, lasciando supporre nella cultura talmudica una profonda conoscenza dei più intimi meccanismi di funzionamento della mente.
Infine le due appendici. La prima è il testo presentato al Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, per le celebrazioni per il Giorno della Memoria del 2020. Il suo titolo, “La Shoah attraverso le generazioni”, condensa quanto gli studiosi hanno ormai acclarato e che un’ampia letteratura riconferma: i traumi collettivi non esauriscono i propri effetti nel loro presente, tendendo ad un’espansione diacronica che investe più generazioni, rendendole, loro malgrado, vittime di conseguenze trasmesse di padre in figlio, fino ai figli dei figli. È un testo breve, ma denso, che tocca i punti che sono stati trattati più estesamente nei primi capitoli, dove il trauma della Shoah viene esplorato sia in relazione alle vittime che per ciò che concerne quello che viene definito “il mondo intorno ad Auschwitz”, il mondo popolato dagli aguzzini, dagli artefici, sebbene con diversi gradi di responsabilità. L’autore ritiene, infatti, che ancora sia in embrione una riflessione sugli effetti psichici che possono essersi riverberati sulle generazioni successive a quella dei carnefici.
La seconda appendice, dal titolo “Shoah e tragedie collettive: quale elaborazione per l’inelaborabile?”, riprende un intervento per il Giorno della Memoria celebrato a Milano nel gennaio 2020 ed organizzato dal Centro Milanese di Psicoanalisi.
Per trattare gli argomenti affrontati viene usata la lente della psicoanalisi, strumento di lavoro dell’autore da più di trent’anni, nella speranza che anche chi leggerà possa trovare la medesima lente utile ad accostare temi spesso in grado di sollecitare emozioni profonde.
(26 gennaio 2022)