I libri e la memoria

>Gli splendidi scaffali di quella che fra breve sarà la nuova biblioteca della Fondazione CDEC, collocata nel cuore del Memoriale della Shoah di Milano, hanno accolto in queste ore le migliaia di visitatori che si sono recati in quel luogo per il 27 gennaio. Nel 1995 lo scultore israeliano Micha Ullman ha realizzato nella Bebelplatz di Berlino un monumento che un po’ oggi la ricorda. Nella capitale tedesca, nel luogo dove i nazisti bruciarono i libri degli ebrei in un rogo sacrificale e sacrilego, l’artista ha scavato un buco e ha realizzato una biblioteca sotterranea completamente vuota, che si può vedere camminando su una lastra di vetro. In quel caso, l’opera d’arte costituisce un monito per tutti noi: chi brucia libri ci vuole vuoti, e siamo costretti come visitatori a camminare su quel vuoto minaccioso che ci provoca vertigine. Ovviamente, gli scaffali che accolgono oggi i visitatori del Memoriale della Shoah sono concepiti in tutt’altro modo. Si tratta di un vuoto molto differente. Gli architetti Guido Morpurgo e Annalisa De Curtis hanno disegnato con linee armoniche spazi che fra poche settimane tutti noi potremo raggiungere e frequentare. La nota dominante in questo caso non è la vertigine, ma la speranza. Si tratta di quasi mille metri lineari che ospiteranno una collezione che è molto di più di quella che – con attribuzione riduttiva – alcuni chiamano biblioteca della memoria. Nel corso di quasi settant’anni di storia il Centro di documentazione ebraica contemporanea ha raccolto il più importante e fornito catalogo in Italia di volumi e riviste che illustrano nei suoi diversi aspetti la civiltà ebraica degli ultimi due secoli. Gli oltre 31.000 volumi e le 2.500 riviste messe a disposizione del pubblico offrono un panorama interdisciplinare ampio ed esaustivo, in costante aggiornamento. Alla storia della persecuzione degli ebrei in Italia e in Europa si affiancano collezioni che si occupano di resistenza antifascista e antinazista. Diverse sezioni trattano di cultura ebraica, di letteratura (in molte lingue, fra cui una splendida collezione di testi in Yiddish), di giurisprudenza, di arte. Numerosi scaffali sono poi occupati da volumi dedicati al sionismo e allo stato d’Israele. Inoltre – ultimo, ma non ultimo – la biblioteca ospita la più importante collezione di testi di studio sull’antisemitismo e, purtroppo, esplicitamente antisemiti (nel solo 2021 in Italia sono stati pubblicati novanta libri dai toni esplicitamente giudeofobi). Gli studenti, i ricercatori o i semplici visitatori che si avvicineranno a questo luogo (a breve non più vuoto) avranno anche a disposizione strumenti informatici che permetteranno loro di inoltrarsi negli archivi digitalizzati che ospitano centinaia di migliaia di documenti d’archivio, decine di migliaia di immagini fotografiche e numerose registrazioni audio e video con testimonianze di varia natura raccolte nel corso di decenni. Non solo biblioteca della memoria, quindi, come tiene a sottolineare chi lavora da decenni a quella collezione, ma un’esperienza culturale assai più articolata, che contribuisce a fare del Centro di documentazione ebraica una delle realtà più importanti e riconosciute in Europa.

Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC