Corte costituzionale, Amato presidente
Una vita nel segno delle istituzioni

Vivo apprezzamento, tra gli ebrei italiani, per l’elezione di Giuliano Amato alla presidenza della Corte costituzionale. A rappresentare la quinta carica dello Stato una figura il cui impegno nelle istituzioni ha raggiunto livelli di grande pregio e significato. Un plauso è arrivato in tal senso dalla Giunta UCEI.
Professore emerito all’IUE di Fiesole e alla Sapienza di Roma, è stato membro del Parlamento per 18 anni, ministro dell’Interno, due volte ministro del Tesoro e due volte Presidente del Consiglio. Ha presieduto la Commissione Internazionale sui Balcani nel 2003-2005 ed è stato vicepresidente della Convenzione sul futuro d’Europa nel 2002-2003. È stato inoltre presidente della Scuola Superiore S. Anna e dell’Istituto Treccani, nonché, dal 1994 al 1997, dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust). È presidente onorario del Centro Studi Americani di Roma e presidente della Consulta scientifica del Cortile dei Gentili, oltre che direttore scientifico del quadrimestrale Mercato, Concorrenza e Regole edito da Il Mulino. Dal suo ingresso nella Corte ha redatto 171 decisioni. Tra le più rilevanti quelle in materia di diritti fondamentali e diritto all’identità personale.
Amato è stato anche uno dei protagonisti di uno dei momenti più significativi nella storia recente dell’ebraismo italiano: la firma dell’Intesa con lo Stato. “Uno strumento che mette in chiaro i rapporti e previene problemi e incomprensioni, riconosce la diversità e preserva l’autonomia e la dignità di tutte le parti in causa”, ricordava in una grande intervista con il direttore di Pagine Ebraiche Guido Vitale nel ventennale dalla stipula. “Ricordo bene – raccontava ancora – che la chiave dell’accordo si trovò identificando la giusta definizione delle Comunità laddove l’Intesa specifica che le Comunità ebraiche italiane sono ‘formazioni sociali originarie’. Al di là delle parole si ribadiva con forza che identità nazionale italiana e storia della presenza ebraica nel nostro paese sono indissolubilmente intrecciate”.
Un’eredità tra le più vive di quell’accordo.

(Il ritratto di Giuliano Amato durante l’intervista a Pagine Ebraiche dal taccuino di Giorgio Albertini)