Dal Ramhal a rav Ovadyah Sforno, i Maestri dell’ebraismo italiano

Conosciuto anche con l’acronimo Ramhal, Moshé Chaim Luzzatto (1707-1746) è stato uno dei più influenti rabbini di ogni epoca. Per questo, ha raccontato rav Riccardo Di Segni, quando gli è stato chiesto di scegliere un Maestro dell’ebraismo italiano da raccontare ha subito pensato alla figura del Ramhal. “Era un personaggio geniale e precoce. Nonostante abbia avuto una vita breve, la sua attività di produzione è stata proficua e frenetica”, ha ricordato il rabbino capo di Roma, aprendo così il primo incontro del ciclo organizzato dalla Comunità ebraica di Milano dedicato proprio ai grandi Maestri dell’Italia ebraica.
Nato a Padova, Luzzatto è stato “un anticipatore di tante cose successe nella storia ebraica”. “In un ambiente estremamente fecondo, con ottimi maestri, con un ottimo cervello, Ramhal cresce e si indirizza per passione allo studio della Kabbalah”, ha spiegato il rav. Uno studio che diventa sempre più intenso e attira a sé diversi “cultori della Kabbalah, che diventano i chassidim di Moshe Chaim Luzzatto”. È in questo periodo poi che “compare nella sua mente il Magghid, letteralmente il narratore: una figura, una voce che detta ai personaggi ispirati del mondo cabalistico alcune istruzioni”. Nel caso di Luzzatto, un secondo Zohar.
Tutta questa vicenda arrivò nel frattempo all’orecchio delle autorità rabbiniche, scottate dal caso di Sabbatai Zevi: il mistico che qualche decade prima si era proclamato messia degli ebrei, ottenendo un certo seguito. Onde evitare situazioni simili e con la preoccupazione della nascita di altre correnti eterodosse, anche il Ramhal fu messo sotto inchiesta. Dopo un’ampia indagine, richiamata da rav Di Segni, fu lasciato libero, ma dovendo accettare alcune condizioni. Tra queste, non mettere più per iscritto quanto dettato dal magghid.
In questo clima, Luzzatto decise di lasciare Padova e recarsi ad Amsterdam, per poi trasferirsi in Eretz Israel, ad Akko. Qui morirà, assieme alla moglie e ai figli, a causa di un’epidemia. “Dopo la sua morte la sua figura diventa sempre più sacra e rispettata”. Di Ramhal è detto che è stato il precursore di tanti movimenti ebraici, tra cui il Musar: il movimento di rigore morale che considera come testo fondamentale il Mesilat Yesharim. Anche il Gaon di Vilna lo prende come riferimento. Per il suo lavoro poetico inoltre, ha evidenziato rav Di Segni, Luzzatto è stato anche il precursore della rinascita della lingua ebraica. Ma quello che è considerato il suo capolavoro, e su cui il rav si è soffermato in chiusura, è la Mesillat Jesharim o sentiero dei giusti, libro fondamentale della morale ebraica.