Israele contro Amnesty
“Tesi antisemite”

“Prive di fondamento, faziose e antisemite”, così il ministro degli Esteri Yair Lapid ha replicato ad Amnesty International e al suo report che accusa Israele di apartheid. Per Lapid l’ong si muove secondo tre fili conduttori: “Doppio standard, demonizzazione e delegittimazione”. La Stampa sottolinea come sia “la prima volta che Amnesty usa ufficialmente il termine ‘Apartheid’ a sostegno dell’accusa di privare i palestinesi dei diritti fondamentali. E lo fa 390 volte in un rapporto di 211 pagine”. Un attacco ideologico, ribadisce il ministro Lapid, che allontana le parti. Per il diplomatico americano Gerald Feierstein, ex negoziatore Usa per le trattative tra israeliani e palestinesi, l’uso del termine apartheid “alimenta una spirale pericolosa, si alza la temperatura della contrapposizione che è già assai alta. Giusto sottolineare la preoccupazione per alcune discriminazioni, il resto è una forzatura” (La Stampa).

Il destino di Zaki. Oggi a Mansoura, in Egitto, si terrà l’udienza decisiva per decidere del destino dello studente egiziano Patrick Zaki, liberato a dicembre dopo 2 anni di cella. Corriere, Repubblica e Stampa lo intervistano sulle sue sensazioni e prospettive. “In cella ho imparato che i giorni di libertà vanno goduti a uno a uno. Comunque, devo confessare che le ultime settimane non sono state facili: ho dovuto imparare di nuovo a vivere, a usare la tecnologia, a stare con le persone. – spiega Zaki – Da quando sono stato rilasciato la mia missione è stata tornare a far parte della società: non posso dire che non sia successo nulla, perché quella del carcere è stata un’esperienza lunga e difficile ma sto cercando di elaborare e di andare avanti con la mia vita”. Sul futuro, al momento ancora in bilico, dichiara: “Non lascerò l’Egitto per sempre. Il mio lavoro riguarda l’Egitto. Non voglio scappare. Io partirò quando si potrà ma la mia famiglia resterà qui: verrà a trovarmi certo, ma questo è il mio Paese. Non lo abbandono”.

Pandemia e quarta dose. Il Sole 24 Ore riporta che l’Ema sta valutando l’ipotesi di una quarta dose solo per le persone con sistema immunitario fragile. “A fare da battistrada – segnala il quotidiano – è ancora una volta Israele il Paese che nella lotta al Covid è stato in questi due anni di pandemia una sorta di laboratorio a cielo aperto avendo iniziato a vaccinare prima di tutti gli altri Paesi. E così proprio nei giorni scorsi il piccolo Paese che si affaccia sul Mediterraneo ha deciso di offrire la quarta dose solo ai fragili a partire dagli over 18 dopo averla offerta nelle settimane scorse agli over 60. Tra l’altro il ‘booster bis’ somministrato in Israele già al personale medico e agli over 60 non ha finora mostrato molta protezione ulteriore contro il contagio da variante Omicron rispetto alla terza dose”.

Il caso Frank e le prove che mancano. La casa editrice olandese che ha pubblicato il saggio in cui si accusa un notaio ebreo di Amsterdam di essere il delatore che portò all’arresto di Anne Frank si è scusata pubblicamente. Ambo Anthos ha detto che non stamperà più copie del volume, firmato da Margaret Sullivan e intitolato Il tradimento di Anna Frank fino a quando gli autori non offriranno prove più concrete di quelle finora pubblicate. “Avremmo dovuto avere un approccio più critico”, ha detto la casa editrice. Lo segnala in un trafiletto il Giornale. Ma quando è uscito inizialmente il libro – criticato da molti studiosi – tutti i quotidiani italiani hanno dato praticamente per certa la sua pericolosa tesi.

Genova, il prossimo candidato sindaco. L’avvocato Ariel Dello Strologo dovrebbe essere il prossimo candidato del centrosinistra a sindaco di Genova. Il presidente della Comunità ebraica locale, scrive Repubblica Genova, ha posto come condizione per la sua messa a disposizione, civica, la compattezza di tutta la coalizione. Domani quest’ultima si riunirà per decidere definitivamente il nome del candidato.

Onu, scontro Usa-Russia. Un’aspra rissa diplomatica nel Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla crisi ucraina. Così il New York Times descrive lo scontro avvenuto ieri tra le due diplomazie in sede Onu rispetto alla situazione in Ucraina. Gli americani, spiega il Corriere, hanno accusato i russi di mettere in pericolo la pace ammassando soldati sul confine ucraino. I diplomatici del Cremlino hanno respinto le accuse e definito isterica la preoccupazione Usa. “Secondo Financial Times e Reuters, – riporta Repubblica – Washington ha preparato la lista degli oligarchi che intende colpire, così come Unione Europea e Gran Bretagna. I nomi non sono stati indicati, anche perché l’interesse degli americani è che tutti i collaboratori più stretti di Putin si sentano nel mirino, affinché facciano pressione per evitare l’attacco”.

L’Ucraina e le sue minoranze. Da Kiev La Stampa intervista il fisico Aleksej Nikitin, scrittore ucraino di lingua russa. “Non siamo una quinta colonna. – afferma in riferimento alla minoranza russofona – I legami con Mosca sono secolari, ma amiamo libertà e indipendenza”. E ricorda come il paese “fino a 150 anni fa era un miscuglio di quattro culture: ebrea, polacca, ucraina e russa. Oggi è un Paese in cui vivono molte etnie, che parlano altrettante lingue. Mai confini determinati dall’etnia non esistono”.

Vicini del Premier. Vivere vicino al Primo ministro d’Israele è una cosa complicata. Ne sanno qualcosa i vicini dell’attuale Premier Naftali Bennett che, racconta oggi il Corriere, hanno presentato una petizione alla Corte Suprema affinché quest’ultimo traslochi in pianta stabile dalla sua casa di Ra’anana a Gerusalemme, nella residenza di via Balfour. I vicini infatti “denunciano di essere diventati ‘prigionieri’ in casa propria”, a causa delle stringenti misure di sicurezza applicate nel loro quartiere.

Giorno del ricordo in Piemonte. Ha suscitato forti polemiche il manifesto diffuso dalla Regione Piemonte per commemorare la Giornata del Ricordo del 10 febbraio. Nella locandina, racconta la Stampa Torino, sono raffigurate “alcune persone che in primo piano scappano terrorizzate da soldati enormi, neri e con la stella rossa sul berretto, sullo sfondo. Un’immagine che ricorda la propaganda del secondo dopoguerra e che inevitabilmente scatena un putiferio”. Per gli autori della locandina – l’anonima fumetti – è “la persecuzione che irrompe nella vita delle persone”. Per il vice presidente del Consiglio regionale, Mauro Salizzoni (Pd), “è una rappresentazione grottesca” di quanto accadde. A difendere il manifesto invece l’assessore regionale Marrone (FdI).

Daniel Reichel