La destra nostalgica
Noi abbiamo chiesto, e continuiamo a chiedere, che il ricordo della Shoah non venga confuso con il ricordo di ogni altro massacro. E credo che la nostra richiesta sia giusta e abbia un senso. Si è istituito dunque, per ora, il Giorno del Ricordo, per commemorare le vittime delle foibe. Non possiamo che essere d’accordo. È in linea con le nostre affermazioni. Giusto, allora, partecipare alla commemorazione di innocenti massacrati per rappresaglia dai partigiani titini. Una vendetta per altri massacri fascisti, ma sempre una strage criminale e assurda.
Peccato che ad appropriarsi del ricordo delle foibe siano per lo più nostalgici del regime fascista e che chi fascista non è si tenga a debita distanza dall’evento, lasciandolo totalmente in mano alla destra, meglio se estrema. In tal modo, ancora una volta, le vittime delle foibe, appropriate dai fascisti, appariranno come vittime ‘fasciste’. Cosa che la storia ha dimostrato non essere generalmente vero.
Se l’intero arco democratico partecipasse convinto alla commemorazioni, l’argomento foibe, finalmente riconosciuto da tutti, e strappato alla demagogia dei nostalgici del ventennio.
L’ascesa della destra nostalgica è anche colpa nostra, di noi che non guardiamo più criticamente le differenze.
Un assessore regionale all’educazione stende un proclama di amore per gli ebrei e per Israele, e diffonde il suo messaggio d’amore per gli ebrei per le scuole per ‘educare’ i giovani. Noi dovremmo essere grati per l’iniziativa, ma notiamo che, nell’educare i giovani, ci si dimentica di stigmatizzare, condannare, o anche minimamente ricordare chi gli ebrei li perseguitò e li mandò alle camere a gas. Dal che si evince che i nostalgici del regime che ci perseguitò e ci mandò a morte ora ci amano follemente, ma assai poco credibilmente. Ancora una volta qualcuno cerca di accreditarsi attraverso le affermazioni di amore per gli ebrei. E qualcuno di noi, magari, ci casca, perché a noi piace credere che le cose sono cambiate, anche quando la realtà attorno a noi – svastiche e saluti romani – ci dice ogni giorno che non è così.
Dario Calimani
(1 febbraio 2022)