Torino aspetta Michael Ben-David, la voce d’Israele all’Eurovision
Ha avuto un’infanzia difficile, vittima di bullismo, poi ha scoperto un po’ per caso il canto e ora rappresenterà Israele al prossimo Eurovision. È la storia di Michael Ben-David, il venticinquenne di Petah Tikva che con la sua canzone “I.M” si è aggiudicato la vittoria della competizione israeliana X-Factor. Una vittoria con cui Ben-David si è conquistato anche il biglietto per Torino, dove dal 10 al 14 maggio si terrà l’Eurovision. La competizione canora, che unisce paesi europei e non, era arrivata a Tel Aviv nel 2019 grazie alla vittoria l’anno precedente della cantante Netta Barzilai. E Ben-David ora vuole replicarne le gesta. “Darò il massimo. – ha dichiarato nelle scorso al sito ynet – Farò la migliore esibizione possibile. All’Europa dimostreremo che non siamo dei freierim (fessi)”.
Il primo israeliano a vincere l’Eurovision era stato nel 1978 Izhar Cohen. All’epoca Cohen si presentò con una canzone un po’ alternativa: A-Ba-Ni-Bi. Il brano utilizzava il “linguaggio Bet”, un gioco linguistico per bambini dove ogni sillaba di una parola è ripetuta con l’aggiunta delle sillabe “ba”, “be”, “bi”, “bo” e “bu”. La versione in ebraico dell’alfabeto farfallino. “Eravamo un paese molto piccolo, che voleva mostrare al mondo intero qualcosa oltre alle guerre e all’essere i migliori combattenti e soldati. Volevamo mostrare la nostra cultura”, ha dichiarato in un’intervista Cohen, che allora divenne una vera e propria popstar. “Tutti sapevano che Israele è hava nagila hava. Io ho portato un cambiamento nel modo in cui ci guardavano, perché improvvisamente Israele era a-ba-ni-bi-o-bo-he-be-v, erano giovani, belli, attivi, che portavano cose nuove al mondo, ed è stato come un punto di svolta”. E un altro punto di svolta per Israele arrivò 20 anni dopo quando a salire sul palco fu la cantante Dana International, anche lei di origine yemenita. La sua canzone, Diva, conquistò la giuria e Dana diventò la prima transgender a vincere l’Eurovision, diventando un’icona del movimento LGBT israeliano e internazionale. E a raccoglierne l’eredità – avendo cantato al Pride subito dopo la vittoria all’Eurovision – dopo altri 20 anni, Netta Barzilai nel 2018. Il suo successo è stato celebrato da migliaia di israeliani in festa e la sua canzone – Toy – per un anno è stata suonata a ripetizione nelle radio del paese. Barzilai ha ottenuto il successo con una canzone che parla di emancipazione femminile: “Non sono il tuo giocattolo. Stupido ragazzo. Ora ti faccio abbassare la cresta”, recita un passaggio del brano. Di autoaccettazione parla invece il brano IM di Ben-David che spera di seguire le orme di Netta. Grazie a lei l’Eurovision nel 2019 era arrivato a Tel Aviv, una grande occasione per la città per presentarsi ancora una volta come una delle capitali mondiali del divertimento.