Ticketless – Graphic History
Quello che è accaduto per il Giorno del Ricordo a Torino serva di lezione a chi pensa che la storia possa essere spiegata a fumetti, cioè alleggerita dalle fatiche che sempre comporta. Esce nel 2018 una graphic novel sull’esodo dalmata-giuliano, con il sostegno di una giunta di colore opposto alla giunta attuale. La giunta attuale copia senza dirlo il lavoro di chi l’ha preceduta, l’opposizione s’indigna senza accorgersi di quel suo peccato originale. Il matrimonio innaturale fra storiografia e politica crea sempre infelicità, ma questa volta c’è da piangere davvero. Per il Giorno del Ricordo 2022 da quel fumetto si trae un cupo manifesto, che fa gridare molti allo scandalo. C’è chi, sbagliando, vede la luce funesta della RSI e chi, più propriamente, ritrova i connotati della guerra fredda e della propaganda anticomunista della DC. Il pasticcio nasce da pigrizia e, appunto, dall’insano connubio fra gli storici e le istituzioni. Volano gli stracci. Tutti accusano tutti in una babele ideologica deprimente. Si ricrea un clima che si sperava archiviato. Nel giro di poche ore non si capisce più chi ha scagliato la prima pietra e chi da quella pietra è stato ferito. La irresistibile ascesa del fumetto che si è vista dopo l’esplosione del caso-Zerocalcare miete dunque le sue prime vittime. Il quale Zerocalcare avrà molti difetti, ma almeno non pretende d’insegnare la storia. A farne le spese, come sempre, gli studenti da destra e da sinistra blanditi da una falsa illusione: che i nodi del ‘900 si possano sciogliere con le tavole illustrate da un disegnatore e non con le parole di un bravo docente. La storia a fumetti, purtroppo, piace ai politici ma anche a parecchi storici contemporaneisti.
Alberto Cavaglion
(9 febbraio 2022)