Dalla Yeshivah al sogno olimpico:
Hailey Kops, la speranza d’Israele

“No War in Ukraine”. Il cartello esposto dallo skeletonista Vladyslav Heraskevyč ha suscitato un vivace dibattito tra ammiratori e detrattori di questa iniziativa. Non è piaciuta ad esempio al Comitato Olimpico Internazionale, che l’ha ritenuta in contrasto con lo spirito dei Giochi in svolgimento a Pechino in quanto, è stato reso noto, “abbiamo bisogno di rimanere politicamente neutrali”. È così arrivata un’ammonizione: un’altra presa di posizione non proprio memorabile da parte di un organismo già sotto accusa, anche da parte di autorevoli figure del mondo ebraico, per la sua passività di fronte al tema dei diritti umani negati (in particolare nei confronti degli uiguri). “Se penso a mio padre, il mio senso di vergogna per queste Olimpiadi non può che acuirsi”, scriveva appena pochi giorni fa il figlio di Elie Wiesel.
Un tema, quello del possibile conflitto tra Russia e Ucraina forse ora finalmente disinnescato, che resta comunque uno dei più discussi tra gli sportivi. Non indifferente a quanto sta accadendo è la piccola rappresentativa israeliana. Sei atleti, tutti nati all’estero e ben tre in Ucraina. Nativo di Kiev è il pattinatore Evgeni Krasnopolski, 33 anni, portabandiera d’Israele nella cerimonia inaugurale. Debutterà nei prossimi giorni, in coppia con la 19enne Hailey Kops. Originario di Leopoli il 32enne Vladislav Bykanov, sul quale Israele faceva affidamento per provare a ottenere una medaglia nello short track (che però non è arrivata). Di Kiev anche il collega Alexei Bychenko, 34 anni, eliminato nelle prime fasi del pattinaggio di figura maschile.
La curiosità verso la prova di Krasnopolski e Kops non è però legata ai venti di guerra al confine tra Russia e Ucraina e ad improbabili messaggi pubblici in tal senso ma al profilo, unico nel suo genere, della giovanissima pattinatrice in gara (che è nata e cresciuta nel New Jersey). Poco prima della chiamata della federazione studiava infatti a tempo pieno in una yeshivah Modern Orthodox “mista” di Gerusalemme.

(Nell’immagine: Krasnopolski e Kops durante un allenamento)