La posa della pietra d’inciampo
“Rav Cassuto, simbolo di tutta Firenze”

Un simbolo che va oltre il solo contesto ebraico e abbraccia tutta una città. È la cifra riconosciuta a rav Nathan Cassuto, il rabbino capo di Firenze nel drammatico autunno del 1943 durante il quale, nel portare avanti la sua missione di soccorso ai correligionari perseguitati dal nazifascismo, fu prima catturato e quindi deportato in campo di sterminio (da dove non farà ritorno). Fatale la delazione di un’infame che fu all’origine di una retata condotta in via dei Pucci 2, nei locali dell’Azione Cattolica dove si stava svolgendo una riunione di quella rete di assistenza ebraico-cristiana che fu per molti salvifica e che aveva tra i suoi animatori anche il cardinale “Giusto” Elia Dalla Costa e un altro prete eroe: don Leto Casini.
Da quest’oggi, all’ingresso del palazzo, una pietra d’inciampo ricorda a chiunque ne varchi la soglia ciò che lì avvenne. “Un segno perenne che la città mette su stessa” le parole del presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink in conclusione di una cerimonia che ha visto risuonare le chiarine e il gonfalone in bella vista ad accompagnare interventi e testimonianze. “Rav Cassuto è un esempio e un elemento identitario. Un rabbino che è andato oltre le sue funzioni primarie e, dopo aver messo al sicuro i figli, ha dedicato ogni grammo della propria forza a quel compito”, la gratitudine espressa dal rabbino capo rav Gadi Piperno. Un segno di Memoria che va a incidersi in uno spazio importante anche per il suo richiamo ideale. “Si tratta del luogo del dialogo, della collaborazione e della fraternità tra espressioni diverse del mondo religioso fiorentino”, ha evidenziato l’assessore comunale Alessandro Martini nel condurre la cerimonia. Anche in quei tempi bui “ebrei e cattolici hanno lavorato insieme, uno dei messaggi più alti che ci viene dal rav Cassuto” il pensiero del padrone di casa, l’arcivescovo Giuseppe Betori. Una caratteristica menzionata anche da Felice Neppi Ventura, presidente dell’Associazione ebraico-cristiana, nel ricordare le tante porte che nonostante tutto si aprirono. Alla professoressa Ida Zatelli, docente universitaria e rappresentante dell’Associazione Italia-Israele, il compito di ripercorrere la vita, le scelte, e la proiezione di questa grande figura fino ai giorni nostri. È stato anche nel suo nome, ha affermato, “se l’Università di Firenze si è distinta come una delle prime a stringere collaborazione con quella di Gerusalemme”.
Tra i partecipanti alla cerimonia la Consigliera UCEI Sara Cividalli, che è stata tra quanti hanno permesso la realizzazione di questa pietra d’inciampo.

(16 febbraio 2022)