“Scuola negata, Roma non dimentica”

Pubblico delle grandi occasioni, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, per la presentazione di un libro di fondamentale importanza per la storia e la memoria degli ebrei romani. Scuola negata. Le leggi razziali e il Liceo E. Q. Visconti (ed. Biblion), opera della professoressa Romana Bogliaccino, esplora la vicenda paradigma di un istituto tra i più prestigiosi d’Italia a confronto con i provvedimenti antisemiti del fascismo. Ben 58 gli studenti espulsi oltre a una docente, la professoressa Maria Piazza, che vi insegnava Scienze. Nel libro, ricco anche di foto, parlano gli archivi, i testimoni diretti, i loro discendenti. Un mosaico il cui riverbero arriva fino ai giorni nostri, ricostruito nell’ambito di un progetto didattico che ha avuto tra i suoi momenti culminanti l’inaugurazione, nel gennaio di tre anni fa, di una lapide commemorativa. Sopra riportati i nomi di tutti coloro che furono vittima di quei provvedimenti e dovettero lasciare l’istituto.
“Quello che presentiamo oggi è un libro che ci permette di comprendere, elaborare e capire cosa fare perché tutto quel che è successo non accada mai più”, ha esordito il sindaco Roberto Gualtieri. Il primo cittadino, nel mostrare vivo apprezzamento per l’iniziativa, ha poi evidenziato la virulenza di quelle leggi in ambito educativo e spronato all’esercizio di una Memoria viva e consapevole. Uno dei compiti fondamentali per “una città che vogliamo aperta e universale”.
Pregio della ricostruzione delle storie personali – ha poi riconosciuto rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – è quello di porci “di fronte ai nomi e ai cognomi: non atti di legge ma eventi che colpiscono persone reali”. Da qui l’eccezionale importanza di un volume come questo. Anche in ragione della particolarità di un liceo in cui, tradizionalmente, “convergeva la borghesia ebraica-romana”. Una frequentazione illustre (tra gli altri ha fatto il nome del medico Guido Mendes) “e che solo nel dopoguerra ha avuto una flessione per via della dispersione e del ruolo svolto da altre realtà”.
Un testimone in Campidoglio: Angelo Perugia, 12 anni quando fu espulso e oggi 95enne. “Perdevo tutti i miei compagni, persone eccellenti che nella vita hanno occupato posti di grande rilievo anche per una ottima formazione impartita dai Visconti”, racconta nel libro. Con le leggi razziste, ha ribadito ieri sera, “ci siamo trovati fuori dal mondo”.
Tre indirizzi di saluto dalle istituzioni ebraiche presenti. Massimo Finzi, assessore alla Memoria della Comunità di Roma, ha ricordato come quella dell’indifferenza sia una condizione “dalla quale non ci siamo ancora liberati”. Mentre Livia Ottolenghi, assessore alle Politiche educative UCEI, si è soffermata sulla sfida di agire sul mondo della scuola. In tal senso questo libro, anche per il metodo con cui è stato realizzato, “rappresenta un segnale alle nuove generazioni”. Ne è convinto anche Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, che ha elogiato la scelta di “un coinvolgimento forte degli studenti”.
Molti gli interventi che hanno contraddistinto la serata. Da Clara Rech, ex dirigente del Visconti, all’attuale dirigente Rita Pappalardo. La parola anche agli storici: a inquadrare il libro in questa dimensione sono stati Miguel Gotor, Umberto Gentiloni, Alessandra Tarquini e Mario Toscano. “Un libro importante e utile, su questioni ancora urticanti a distanza di molti anni. Bisogna sempre creare occasioni per parlarne anche fuori dalla ritualità delle giornate dedicate” l’opinione di Gotor, che è anche assessore alla Cultura del Comune. La serata è stata moderata dal giornalista Roberto Della Seta.