Dalla crisi ucraina al nucleare iraniano,
sul tavolo di Monaco le sfide

Tanti incontri faccia a faccia alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera. In cima all’agenda internazionale c’è inevitabilmente la crisi tra Kiev e Mosca, con il pericolo di una imminente invasione russa. Da Monaco il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello all’Europa e all’Occidente affinché aiuti le forze del suo paese di fronte alla minacce del Cremlino. “Questo è il vostro necessario contributo alla sicurezza dell’Europa e del mondo, per i quali l’Ucraina, negli ultimi 8 anni, ha fatto da scudo”, ha dichiarato Zelensky. Poco dopo la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, sempre da Monaco, ha risposto all’appello del presidente ucraino. Se Mosca supererà la linea rossa, gli Stati Uniti imporranno “sanzioni di vasta portata e controlli sulle esportazioni. Prenderemo di mira le istituzioni finanziarie e le industrie chiave della Russia. – le parole di Harris – E colpiremo coloro che sono complici e coloro che aiutano e favoriscono questa invasione non provocata”. Monaco è stata anche l’occasione per fare il punto su un’altro tema che preoccupa la comunità internazionale. Incontrando in un vertice in Germania la vicepresidente Harris, il ministro della Difesa Benny Gantz ha ribadito che “anche se un accordo sul nucleare viene firmato con l’Iran, non deve essere la fine dell’impegno per impedire (a Teheran) di raggiungere la soglia nucleare e frenare la sua aggressione nella regione”. Temi dell’incontro poi, ha fatto sapere lo stesso Gantz, è stata “l’importanza di espandere gli accordi di Abramo, la situazione in Ucraina, e l’importanza delle misure di costruzione della fiducia con i palestinesi. Ho aggiornato – ha aggiunto il ministro – la vicepresidente sui passi che intendo fare per approfondire la cooperazione con i nostri vicini nella regione”.