‘Israelitico, un ospedale
al servizio di tutti
La pandemia un punto di svolta’
È il 1600 e da quasi mezzo secolo ormai Roma conosce l’infamia del ghetto quando una prima Opera Pia Ebraica vede la luce con l’obiettivo di assistere la popolazione vessata da quelle restrizioni e dall’impossibilità di accedere, salvo una sconfessione della propria identità, alle realtà sanitarie sotto il controllo della Chiesa. Resterà in funzione fino al 1884, quando l’amministrazione comunale si deciderà a un passo decisivo: la concessione, alla Comunità ebraica ancora fresca di emancipazione, di un vecchio convento adiacente alla chiesa di San Bartolomeo sull’Isola Tiberina. Due elementi dirimenti a orientare la scelta del Comune: la prossimità con l’area dell’ex ghetto, rimasta centrale anche sotto il nuovo corso politico; e la morte di un ebreo romano colto da malore che non fu accolto in strutture pubbliche. L’atto fondativo del nascente Ospedale Israelitico.
Riconosciuto con regio decreto nel 1911 e oggi parte integrante del sistema sanitario nazionale, si estenderà poi ulteriormente con l’inaugurazione di una nuova sede in zona Magliana (1970) che è oggi la prima erogatrice di prestazioni mediche. Sull’Isola Tiberina, oltre a uno dei poliambulatori, si trovano invece la sede legale e amministrativa dell’ente.
“Una lunga storia di impegno, fortemente impregnata di valori ebraici e al servizio di tutta la città” sottolinea Bruno Sed, che ne è il presidente dal 2016. Lo si è visto anche nella durissima prova della pandemia quando, rispondendo positivamente a una richiesta della Regione Lazio, l’Israelitico si è trasformato in Covid Hospital. Spiega Sed: “Sottrarsi a questa chiamata sarebbe stato impossibile da un punto di visita sia sociale che morale. Sapevamo che tutto ciò avrebbe avuto un costo, naturalmente non solo economico. Ma ci siamo adattati di buon grado a questa sfida, consapevoli dell’importanza di esserci e dare anche noi il nostro contributo. Due anni intensi e in cui si è lavorato con grande abnegazione. La Regione ha molto apprezzato”.
Un’occasione inoltre per dimostrare come dopo le traversie della precedente gestione oggetto di un procedimento giudiziario in corso e dopo la stagione ponte del commissariamento, l’Israelitico “ha avuto la capacità di rigenerarsi”. Non una novità per Sed: “Noi lo sapevamo già che la musica era cambiata rispetto al passato, ma la conclamazione di questo fatto è arrivata proprio adesso, durante la lotta alla pandemia. Un vero e proprio punto di svolta a livello di percezione”.
Attorno all’Israelitico orbitano all’incirca 900 persone tra medici, infermieri, amministrativi, dipendenti di cooperative cui sono appaltati alcuni servizi. Una forte motivazione li accumuna. “Tra tante – prosegue Sed – ci viene riconosciuta una prerogativa: quella di mettere al centro, nei fatti e non solo a parole, il paziente. È un approccio che deriva anche dalla speciale sensibilità che vi è, nell’ebraismo, a questi temi”. La storia dell’Ospedale stessa è una fonte di ispirazione: “Abbiamo un’identità unica nel suo genere. Una realtà come la nostra esiste solo a Roma ed è figlia della capacità degli ebrei sottoposti al ghetto di organizzarsi per far fronte a necessità che altrove si negavano. Terminata quella fase storica, qualcosa di importante è rimasto a livello di enti e ideali. E non più al solo servizio della Comunità ma di tutti i cittadini. Una sorta di eterogenesi dei fini”.
Numerosi gli ambiti in cui l’Israelitico “è oggi un’eccellenza: penso in particolare ad Ortopedia, tra le migliori di Roma, ma anche ad Odontoiatria e Geriatria; nel complesso ce la caviamo comunque bene in ogni campo”.
Il 2022 dovrebbe essere l’anno in cui il processo penale relativo alla precedente gestione arriverà a sentenza. L’attuale dirigenza, racconta Sed, è riuscita intanto a evitare una beffa che avrebbe avuto un nefasto effetto sui bilanci (le cui perdite sono definite “virtuose”): un doppio versamento dei rimborsi “non dovuti” all’origine dell’attuale approfondimento giudiziario. “Quella somma, già versata, di fatto la Usl voleva due volte. Ci siamo opposti e alla fine è stato riconosciuto che avevamo ragione noi. Un risultato di questa gestione rispetto a un problema causato da quella precedente”, afferma il presidente dell’Israelitico.
Con il graduale ritorno alla normalità torneranno anche alcune attività che l’Ospedale aveva sospeso causa Covid, dalla convegnistica agli eventi per “avvicinare” i romani a questa realtà e alla sua storia. Tra i più suggestivi l’accensione della Chanukkiah che si tiene ogni anno sull’Isola Tiberina. Otto luci per la speranza e la condivisione. La cifra, conclude Sed, “del nostro impegno”.