Dal Monferrato al Tirolo,
la luce dell’identità
Cessato il lockdown in Austria, nelle scorse settimane è ritornata ad aprirsi al pubblico anche la mostra “Chanukka, Leuchter des Lichterfestes” allestita al Tiroler LandesMuseen di Innsbruck. Vi sono esposte 32 opere del Museo dei Lumi di Casale Monferrato, una selezione della grande collezione di 251 Channukiot raccolte presso la Comunità ebraica monferrina e realizzate dai più grandi artisti internazionali. La mostra era stata aperta il 25 novembre, anche se proprio l’aumentare dei contagi oltre il Brennero aveva costretto il governo austriaco a chiudere i musei al pubblico. Nonostante le limitazioni Daria Carmi, Young Curator del Museo dei Lumi, era stata presente all’inaugurazione anche se la pandemia aveva impedito che la delegazione della Comunità casalese fosse molto più ampia.
Ora la promessa originale di una visita più nutrita è stata mantenuta. Nel fine settimana sono arrivati a Innsbruck, oltre a Daria Carmi, anche Elio Carmi, il presidente della Comunità ebraica, accompagnato dalla famiglia, Roberto Gabei presidente della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale Onlus e altri amici. Nel bagaglio anche la necessaria dotazione di Krumiri Rossi per omaggiare le autorità locali.
Per tutti loro la visita alla mostra accompagnati da Peter Assmann, direttore proprio del Tiroler LandesMuseen. Altra tappa significativa insieme Günter Lieder, presidente della Comunità ebraica del Tirolo e del Vorarlberg, alla sinagoga di Innsbruck, dove è esposta un’altra channukkiah del Museo dei Lumi: quella di Roberto Barni che, per il periodo della mostra, ha sostituito simbolicamente la lampada d’argento del tempio (omaggio dell’emerito vescovo cattolico Reinhold Stecher per la recente ricostruzione della sinagoga, dopo la distruzione nel 1938) che ora accompagna gli altri lumi nell’esposizione.
Assmann ha spiegato come nel contesto espositivo delle collezioni tirolesi, che comprendono molto artisti importanti, rappresentativi di una terra ricca di influssi, mancasse proprio la testimonianza della cultura ebraica: “Per tanti secoli – le sue parole – abbiamo avuto a Innsbruck, Riva, Merano, fiorenti comunità, ma di loro non si trovano quasi tracce qui al museo, questa mostra ha permesso di dare un segnale di cambiamento, anche nelle idee dei visitatori e di tutti noi”.
Elio Carmi commenta così un allestimento che gioca con le ombre che le lampade tracciano sui muri bianchi dello spazio museale: “È sorprendente vedere che ogni volta che dall’esterno c’è una selezione delle nostre opere e queste vengono collocate in nuovo contesto espositivo emerge una nuova luce e i pezzi acquistano significati differenti, sia da quelli voluti dagli autori che li hanno progettati, sia da quelli che hanno nel museo dei lumi”.
La mostra delle lampade casalesi ad Innsbruck sarà visitabile fino al 27 di febbraio, poi le channukkiot ritorneranno nella loro sede di vicolo Salomone Olper.
Alberto Angelino
(21 febbraio 2022)