“Beni culturali ebraici in Italia,
un futuro di grandi impegni”

Il 2021 è stato un anno complesso, caratterizzato da molte limitazioni e restrizioni. Ciò nonostante il lavoro della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia “si è sviluppato intensamente” nell’implementazione dei vari progetti intrapresi e in corso d’opera. Dalla catalogazione del patrimonio culturale ebraico nelle diverse regioni a quella dei libri ebraici antichi attraverso la grande sfida di Y-TAL-YA Books, dai restauri esemplari, con particolare riferimento a quello del cimitero dell’antica Comunità ebraica di Gorizia presto protagonista a livello europeo, alle ricerche sulla presenza ebraica e sui beni culturali ebraici in Abruzzo. E ancora, pur con tutte le difficoltà di questo periodo pandemico, non sono mancati convegni, seminari, pubblicazioni. Tutte attività che, come ha evidenziato il suo presidente Dario Disegni nella relazione di apertura di un Consiglio dell’ente da poco conclusosi e incentrato sull’approvazione del bilancio consuntivo, poi votato positivamente all’unanimità dai presenti, “hanno conosciuto significativi avanzamenti”.
Unanimità anche per una relazione in cui si è fatto un bilancio del lavoro svolto e ci si è proiettati nel futuro anche nel segno della novità più rilevante del 2021: la decisione, cioè, di “farsi carico della gestione e del rilancio del Centro Bibliografico Tullia Zevi” affidato dall’UCEI alla cura della Fondazione attraverso una convenzione sottoscritta nell’ottobre scorso. Un motivo di “orgoglio e gratitudine”, ma anche una responsabilità “dalla quale non abbiamo inteso sottrarci”, sottolinea Disegni a Pagine Ebraiche. D’altronde, come ricordato oggi al Consiglio, questo atto ha testimoniato una volta di più il riconoscimento della Fondazione quale “fondamentale braccio operativo dell’Unione delle Comunità nel campo della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale”.
Premesse partendo dalle quali la Fondazione si è messa al lavoro dal giorno successivo all’entrata in vigore della convenzione, provvedendo ad esempio “a dotare di una struttura qualificata il Centro, a insediare un comitato scientifico composto da studiosi di riconosciuta eccellenza nel campo bibliografico ebraico, ad assumere i primi indispensabili provvedimenti per mettere in sicurezza i locali e i preziosi volumi colà conservati”. E inoltre, altro fronte d’azione immediata, “a ricercare risorse economiche, attraverso bandi europei, nazionali e regionali nonché donazioni private, per garantire la copertura dell’ampio programma di interventi che si intende svolgere nei prossimi anni”. Subito al lavoro il comitato scientifico stesso, presieduto da Andrea De Pasquale (“Un’autorità nel campo dei libri ebraici”, ricorda Disegni) e composto anche da studiosi di alto livello come Germano Maifreda, Angelo Piattelli, rav Gianfranco Di Segni ed Elèna Mortara. Tra le iniziative concretizzatesi in questi mesi, inoltre, la concessione di una borsa di ricerca biennale per la valorizzazione del Centro, affidata alla dottoressa Keren Perugia grazie a una donazione di Marina Piperno e Luigi Faccini (ai quali la borsa è intitolata). Oggi sono stati entrambi ospiti del Consiglio, che ha voluto ringraziarli calorosamente per la loro fiducia.