“Tullia Zevi, un’eredità viva”

L’esilio americano, lo sforzo antifascista, la professione di giornalista, l’impegno nelle istituzioni ebraiche con l’apice dei quindici anni alla presidenza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Molti aspetti, molte sfumature della vita di Tullia Zevi (1919-2011) rivivono nei saggi raccolti in “In ricordo di Tullia Zevi”, l’ultimo numero della Rassegna Mensile di Israel interamente dedicatole a cura di Emanuele Ascarelli e Myriam Silvera. Molte le voci che hanno fatto memoria del suo lavoro indelebile al servizio dell’ebraismo e della società italiana nel corso di una presentazione dell’opera svoltasi ieri, alla presenza dei figli Adachiara e Luca e del nipote Tobia, nei locali del Centro Bibliografico UCEI che ne porta il nome. A introdurre e moderare l’incontro Dario Disegni, il presidente della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia.
La figura di Zevi, le parole della presidente dell’Unione Noemi Di Segni nel suo saluto, “è presente dentro tutti gli assetti istituzionali e relazionali che viviamo dentro l’UCEI: quello che ha conseguito è davanti a me ogni giorno: un’eredità viva”. Spesso viene così da chiedersi: “In merito a questa specifica questione Tullia cosa farebbe, cosa direbbe?”. A contraddistinguerla, nella sua testimonianza, “valori, energia, eleganza”. Un esempio anche per Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, che ne ha parlato come di “una donna meravigliosa che ha portato un cambio di passo nella rappresentanza e rappresentatività ebraica”. Cifra del suo impegno “la capacità di costruire percorsi comuni trovando sempre un punto di sintesi”. A rievocare un’amicizia di lunga data tra le due famiglie l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Roma Miguel Gotor, che ne ha lodato “l’eleganza sopraffina, l’impegno civico, la precisione dell’eloquio”. Alle spalle, ha poi affermato, un percorso biografico travagliato che “le ha permesso di accumulare un patrimonio importante di esperienze, ma anche di prudenze”. Collegato a distanza un altro protagonista della stagione delle Intese, l’ex ministro e parlamentare Valdo Spini, che ha evidenziato come “minoranza ebraica e valdese, nella storia, abbiano avuto un cammino spesso parallelo”. Ad essere ricordata l’attività contro il regime di Zevi, in un esilio americano caratterizzato anche dalla vicinanza con figure dal fondamentale impatto nelle sue scelte come Amelia Rosselli.
La prima relazione è stata affidata a rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo della Capitale, soffermatosi sul rapporto
con un’altra figura dall’enorme carisma come rav Elio Toaff. Un dialogo serrato e che, nonostante la differenza di vedute su molti temi, “è sempre stato rispettoso e chiaro rispetto alle competenze”. In un certo senso una parafrasi, ha ironizzato, del celebre motto “Libera chiesa in libero stato”. L’intervento si è aperto con un ricordo del giorno della morte, segnato dalla visita dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Fatebenefratelli dove si era appena spenta. Un segno non solo di rispetto, “ma anche di un’amicizia e antica solidarietà”. Per Emanuele Fiano, parlamentare del PD, “Zevi aveva un’aura speciale e simboleggiava alcune caratteristiche: quella di essere un’ebrea italiana orgogliosa della sua identità, laica, progressista”. Inestimabile, in questo senso, “la sua capacità di rappresentare l’ebraismo anche verso l’esterno”. Fiano ha anche affrontato il tema dei nuovi segnali d’odio che attraversano la società italiana: “Sono molto preoccupato. Non c’è paragone con quanto accaduto in passato, ma non c’è dubbio che ci sia un risveglio dei nazionalismi, un florilegio dei complottismi”. La questione dell’esilio al centro della disamina della storica Anna Foa. Un esilio che, per quanto riguarda gli Zevi, “è stato di una famiglia antifascista oltre che ebraica: un destino dal sapore familiare avendo avuto due zii che fecero la stessa scelta, anche se loro decisero poi di non tornare”. Diverso l’orientamento dell’ancor giovane Tullia, che fu capace in ciò di coniugare due aspetti: “Dare un contributo alla ricostruzione del Paese e al tempo stesso offrire tutto il suo supporto anche al mondo ebraico”. Un impegno svolto “con la capacità di guardare in modo aperto al mondo, ma senza mai perdere il suo senso di appartenenza”.
La relazione conclusiva è stata quella di Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’Istat, che ha trattato un argomento a lei molto caro: quello della presenza femminile nei ruoli di vertice. Una questione aperta che vede l’Italia ancora in ritardo rispetto a molti Paesi. “Alcuni stereotipi sono stati rotti proprio grazie al mondo ebraico e proprio grazie a Tullia Zevi”, la sua valutazione. Una donna “che mai è stata vista come una donna di parte: quando difendeva gli interessi delle comunità ebraiche difendeva quelli di tutte le minoranze”. Resta comunque molta strada da fare, il suo bilancio, e “anche all’interno dello stesso mondo ebraico”.
Due ulteriori testimonianze in chiusura di serata. Prima Luca Zevi, uno dei figli di Tullia, che si è detto grato “per la dimensione dell’affetto” che ha contraddistinto gli interventi sia del libro che dell’incontro. Affetto ma anche “restituzione d’attualità per tutto quel che concerne tanto il tema dell’esilio quanto quello di Israele”. E poi Sandro Temin, attuale Consigliere UCEI per Napoli, che ha ricordato assieme alla figura di Zevi quella di Guido Di Veroli, cui si deve l’acquisto dei locali dove ha sede oggi il Centro Bibliografico. “Di Veroli acquistò i locali, Tullia capì subito come usarli. E oggi giustamente ne portano il nome”.

(Il volume della Rassegna Mensile Israel dedicato a Tullia Zevi nasce nell’ambito delle iniziative avviate nel centenario dalla nascita e per i dieci anni dalla scomparsa. La prima parte è stata realizzata seguendo l’itinerario della sua vita e dei diversi impegni professionali. Successivi contributi sono dedicati alla ricostruzione di alcuni specifici fatti storici, alla condizione giuridica dell’ebraismo italiano nei decenni precedenti le leggi razziste, al rapporto tra fascismo ed ebrei. Un’altra area del volume è dedicata a Consiglieri dell’UCEI che lavorarono al suo fianco e a collaboratori che ne condivisero importanti progetti politici e culturali. In conclusione un’intervista inedita a Luca Zevi, uno dei figli di Tullia, e un intervento della madre presso il Circolo Rosselli di Firenze in cui la signora dell’ebraismo italiano ripercorre la sua vicenda sia familiare che politica)