Ucraina, la Russia inizia l’invasione

Dopo un ordine annunciato in diretta televisiva da Vladimir Putin è iniziato l’attacco russo contro l’Ucraina. Putin ha dato il via a quella che ha definito “un’operazione militare speciale” per “demilitarizzare ma non occupare” l’Ucraina. Pochi minuti dopo, esplosioni si sono sentite in diverse località ucraine. “Il leader del Cremlino – scrive il Corriere – non ha specificato la portata territoriale dell’operazione, ma le bombe hanno iniziato a colpire in tutto il territorio ucraino, e truppe hanno iniziato a entrare in Ucraina anche dal confine Nord (Bielorussia) e Sud (Crimea), con attacchi nei porti strategici di Mariupol e Odessa”. Putin “ha scelto una guerra premeditata che porterà una perdita catastrofica di vite umane e di sofferenza”, ha dichiarato in queste ore il presidente Usa Joe Biden, annunciando nuove sanzioni e una riunione con i leader del G7 per prendere le dovute contromisure. “Assicureremo una forte e compatta risposta per impedire ogni aggressione” contro l’Alleanza atlantica, le parole di Biden.

La condanna di Draghi. Di attacco “ingiustificato e ingiustificabile” ha parlato il Presidente del Consiglio Mario Draghi condannando l’azione russa contro l’Ucraina. “L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico. Siamo al lavoro con gli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione”. Il corrispondente del Corriere della Sera Francesco Battistini, da Kiev, racconta l’inizio del conflitto. “La prima esplosione alle 5. Tira giù dal letto, assieme alle telefonate di colleghi nelle stanze vicini che l’hanno sentita perforare il poco sonno di questa notte. La seconda, ancora lontana, arriva mezz’ora dopo. Da dove ci troviamo, qualche centinaio di metri dalla Maidan, la piazza cuore della città, vediamo Kiev svegliarsi”. Tra le città sotto attacco anche Dnipro, a est, da dove Monica Perosino de La Stampa racconta l’organizzazione della difesa ucraina contro i piani di invasione russi.

Dialogo a Firenze. “Centoventi tra sindaci e vescovi da tre continenti, da Atene a Beirut, da Gerusalemme a Marsiglia, da Lampedusa a Sirte. Cinque giorni di riunioni e confronti sulle grandi sfide politiche, sociali ed economiche del Mediterraneo, il mare nostrum schiacciato tra le tensioni nordafricane, le divisioni interne, ora la crisi ucraina”. Così Repubblica sintetizza il summit sul Mediterraneo organizzato dalla Cei a Firenze e aperto ieri dai saluti del Presidente del Consiglio Draghi. Tanti gli ospiti del forum, tra cui, ricorda il quotidiano, il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e i vertici della sanità israeliana. A Palazzo Vecchio inoltre è allestita la mostra dell’artista israeliano Amos Gitai, che a Repubblica spiega come l’esposizione rappresenti la sua visione di un’umanità migrante, costantemente in cammino verso una terra promessa, e la necessità di convivere con l’altro. Rispetto alla storia del Forum di Firenze poi la giornalista Hulda Liberanome ricorda la sua intervista del 1958, per il quotidiano Haaretz, con il principe del Marocco. Un’esclusiva in cui chiese conto del perché il paese africano non riconoscesse, a dieci anni dalla sua nascita, Israele (Repubblica).

L’Italia e le cellule terroristiche palestinesi. Il Riformista torna sui legami tra il terrorismo palestinese e il nostro paese. Il quotidiano afferma che l’Italia è stata “una base logistica a tutti gli effetti” di Al Fatah, “prima di trasformarsi in una delle principali leve dell’intera politica filo-araba ed energetica del Paese negli anni 80”. A dimostrazione di questa rete finanziaria, viene pubblicato un documento dell’Ufficio Affari Riservati risalente al marzo del 1972, in cui si parla espressamente di fondi per il gruppo terroristico Settembre nero presenti in alcune banche italiane.

Segnalibro. “Mentre stavo già scrivendo, mi sono imbattuto in un passo in cui quattro maestri dell’ebraismo entrano nel giardino dell’Eden, e soltanto uno riesce a sopravvivere. Così mi sono detto che era una perfetta metafora di quello che stava avvenendo ai miei personaggi”, lo racconta lo scrittore israeliano Eshkol Nevo al Messaggero, parlando del suo ultimo libro Le vie dell’Eden (Neri Pozza), in uscita oggi in Italia.

Contrasto all’antisemitismo online. Minaccia aggravata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Sono le accuse che la Procura di Torino contesta ai primi indagati per le incursioni online a sfondo nazista e antisemita registrate lo scorso anno in alcuni eventi culturali on line, tra cui uno organizzato dalla Comunità ebraica locale (Corriere Torino).

Daniel Reichel