L’ultimo rifugio degli incapaci
Poco dopo l’aggressione russa all’Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione ha paragonato l’invasione russa a «quella della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale». Queste parole, per quanto motivate sicuramente dalle emozioni del momento, in bocca a un discendente di superstiti della Shoah suscitano comunque un certo effetto. Per ricollegarsi alla storia, da occidentali avremmo forse pensato che il paragone più immediato per un est-europeo fosse all’intervento militare sovietico in Ungheria nel 1956 o all’invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968. Eventi storici più vivi e ricordati nella contemporaneità degli stati che si trovavano oltre la cortina di ferro.
Ma al di là dei paragoni, per quanto in cuor nostro confidavamo oltre le evidenze di un esercito schierato, nelle vie diplomatiche, nell’efficacia delle sanzioni o nella presunta intelligenza di Vladimir Putin, dopo due anni di pandemia non ancora del tutto conclusa, la follia di una nuova guerra si è rivelata reale.
Su ciò seguiranno in queste ore e nei prossimi giorni ogni tipo di analisi storiche, militari, culturali, profezie, timori, opinioni… le quali colmeranno il vuoto lasciato dalla pandemia. E allora sarebbe utile anche ricordare come Vladimir Putin sino a qualche mese fa fosse tanto amato e sbandierato da più parti, compresi celebri politici italiani che vedevano nel presidente russo un leader democratico (a capo delle stesse autorità che in queste ore hanno già messo in arresto quasi 2000 manifestanti per aver protestato contro la guerra in Ucraina) o che si facevano ritrarre orgogliosi con magliette raffiguranti il suo busto in tenuta militare con sotto scritto “Armata Russa” (la stessa che in queste ore sta bombardando le città ucraine)… ma forse per adesso non possiamo davvero far altro che attendere, sperare, solidarizzare con coloro che vivono nell’incubo delle bombe, ribadendo quanto le guerre e il culto delle armi siano sciocchi, “l’ultimo rifugio degli incapaci” a detta di Isaac Asimov. Perché in fondo, nonostante tutte le parole e le poesie che sono state spese a riguardo, a parte forse i bambini, non l’abbiamo mai ancora davvero compreso.
Francesco Moises Bassano