Oltremare – Patate
Ci sono momenti in cui anche chi parla tanto o scrive tanto come la sottoscritta resta senza parole. Perchè chissà quante volte e in quante lingue è già stato detto e scritto, ma davvero? Davvero quello che serviva all’umanità non ancora uscita dalla pandemia del secolo era una guerra, regionale magari, ma potenzialmente mondiale?
Non bastavano i danni permanenti fatti dal Covid in tutte le sue manifestazioni?
L’unica cosa leggera che posso dire qui, è che in Israele c’era già preoccupazione (e lunghi servizi ai telegiornali) per l’annuale carenza di uova, prevista anche quest’anno giusto in tempo per Pesach, e con una crisi diplomatica con la Russia si profila un altro dramma alimentare: potrebbero mancare anche le patate. Non mi è chiaro se anche la farina, se la Russia è ancora il granaio d’Europa, ma per ora si parla di patate. Il che potrebbe rendere quasi impossibile la sopravvivenza ai sette giorni di Pesach per i molti ashkenaziti che durante la festa si nutrono quasi esclusivamente appunto di uova e di patate. In quanto sefardita posso dire ad alta voce che francamente me ne infischio delle patate, e le uova le ho abbandonate da un bel pezzo quindi quel che mi rimane di questa crisi internazionale sono purtroppo le notizie gravi, quelle che sempre di più ci toccano direttamente. Perché in un paese tutto fatto di immigrati, qui gli ucraini non sono degli estranei che lavorano nelle pulizie o negli alberghi: sono amici e colleghi un po’ per tutti, persone che come noialtri hanno famiglia dall’altra parte del mare e oggi la loro famiglia, se non ha fatto l’aliyah con loro, è in pericolo. Davanti al pensiero di un pericolo così reale e fisico come un’invasione nemica per le strade, dentro ai palazzi, e di fughe senza nulla salvo il cappotto e una valigia, ecco che di nuovo mi finiscono le parole.
Daniela Fubini
(28 febbraio 2022)