Comunità ebraica di Milano,
via libera al Bilancio 2022
È stato approvato all’unanimità dall’assemblea degli iscritti il Bilancio Preventivo per il 2022 della Comunità ebraica di Milano. Un budget costruito, si spiega nella relazione, “tenendo anche conto dei risultati conseguiti nell’anno 2021 e seguendo il principio della massima cautela, trovandoci ancora in una situazione di massima incertezza”. Con la pandemia che ha segnato in modo significativo la vita comunitaria. “Il 2022 si presenta dopo due anni difficili ed eccezionali che hanno visto comunque il Consiglio e l’intera struttura comunitaria sempre in trincea per garantire, se non addirittura rafforzare, tutti i servizi offerti”, si sottolinea nella relazione. Rispetto ai servizi offerti si è poi fatto un appello a tutti gli iscritti a rispettare “scadenze e impegno assunti” in modo da permettere alla Comunità stessa di funzionare.
Nel corso dell’Assemblea si è anche parlato dell’emergenza in Ucraina, con l’impegno di diverse associazioni ebraiche – tra cui Bene Berith, Keren Hayesod, Hashomer Hatzair e Maccabi – a dare sostegno alla popolazione locale su diversi fronti, dall’attivazione di raccolte fondi all’invio di beni di prima necessità fino a una valutazione sulla possibilità di fornire accoglienza.
Tornando al futuro della Comunità milanese, tra i punti toccati c’è stata la Scuola con un intervento anche del nuovo direttore Marco Camerini, entrato di recente in carica. Camerini ha evidenziato come si stia lavorando sul mettere a fuoco le priorità di intervento rispetto all’istituzione scolastica milanese.
Ad intervenire anche il rabbino capo rav Alfonso Arbib, che ha ricordato come nella prossima parashat di Pekude si parli proprio di bilancio. “A farlo, finito il Mishkan (Tabernacolo), è Moshe Rabbenu che presenta al popolo un resoconto molto dettagliato di quanto fatto. Perché anche una figura come Moshe deve fare una cosa simile? Perché tutti devono rendere conto agli altri. – ha rilevato il rav – Non solo davanti a D.o, ma anche davanti al popolo di Israele, ovvero davanti ad altri esseri umani. È un passaggio in cui si ricorda come sia necessario fare molta attenzione non solo a quello che si riceve, ma anche a quello che si dà”.