Iconografia

Immagini contese, Storia politica delle figure dal Rinascimento di Germano Maifreda, Feltrinelli, Milano, 2022 (seconda puntata, dopo quella del 22 febbraio 2022): sulla scia di questo libro, pensiamo ad Ill’ja Sergeevic Glazunov, artista prediletto di Vladimir Putin, citato giorni addietro dal Corriere della Sera, che dipinse “La Russia eterna” (1988) e “Il mercato della nostra democrazia” (1999).
Se la destra è ordine e la sinistra è giustizia, potremmo dedurne che si tratti di opere di destra, senza voler però spingerci oltre. L’ultimo dipinto, in particolare, tratteggia una Russia nel caos. La seconda legge della termodinamica, poi, mostra un accrescimento dell’entropia quale accezione del disordine, e non è detto che non vi siano ricadute sociologiche, perché troviamo un quadro sbilanciato dall’ horror vacui provocato dalla c.d. autonomia privata e sociale. Una fobia, quindi, quale visione della destra, destituita però dai valori della libertà quale espressione del rispetto del prossimo. Così, potrebbero farvi irruzione delle narrazioni dubbie, che imperversano da sempre, a partire dalla versione discutibile fornita da Caino sul piccolo diverbio col fratello.
Ne scaturiscono altre narrazioni da sviscerare, ad esempio vediamo che ora si sostiene che l’Ucraina non esiste, così come prima Shlomo Sand sostenne che fossero gli ebrei a non esistere (cfr. Sergio Della Pergola, Chiarezza su Shlomo Sand, Moked, 30 maggio 2012).
Ciò che non piace, non esiste. Homines id quod volunt credunt (gli uomini credono in ciò che desiderano sia vero) scrisse Giulio Cesare. In tal caso, però, le narrazioni sono scritte sulla sabbia. Come Shlomo Sand, nomen omen.
Lifting the veil, come dicono i giuristi americani, s’intravede soltanto il potere e. a noi, resta soltanto il compito di capire se ciò sia molto oppure poco.

Emanuele Calò, giurista