“Ucraina rischia la distruzione totale,
mondo agisca per aprire un negoziato”

“Le cose stanno andando male sul terreno in questo momento, ma è importante capire che se i leader mondiali non agiscono rapidamente, può andare molto peggio. Sto parlando di perdite indicibili di vite umane, distruzione totale dell’Ucraina. Milioni di rifugiati. Non è troppo tardi”. È l’appello arrivato in queste ore dal Primo ministro Naftali Bennett rispetto alla crisi ucraina. Per il capo del governo israeliano “è responsabilità dei principali attori del mondo portare le due parti fuori dal campo di battaglia e al tavolo dei negoziati”.
Dall’inizio del conflitto scatenato dall’aggressione russa Israele è stata identificata come possibile mediatrice. Bennett nelle ultime ventiquattro ore ha parlato sia con il presidente russo Vladimir Putin sia con quello ucraino Volodymyr Zelensky. Il suo ufficio ha confermato le conversazioni, ma non ha fatto riferimenti a negoziati.
Fonti di Haaretz riferiscono che Zelensky ha nuovamente richiesto l’invio di armi e di sostegno umanitario. E i due leader avrebbero anche discusso dei missili russi caduti nei pressi del Memoriale dell’eccidio nazista di Babij Yar. Quasi nessuna informazione è invece stata diramata rispetto alla conversazione con Putin.
Israele nel frattempo ha preso posizione assieme a molti altri paesi condannando duramente – anche con il voto all’Onu – l’aggressione compiuta da Mosca. In settimana l’ambasciatore dell’Ucraina in Israele Yevgen Korniychuk ha fatto una richiesta specifica a Gerusalemme: la costruzione di ospedali da campo per aiutare le vittime del conflitto. Un appello a cui ha risposto in queste ore il ministro della sanità israeliano Nitzan Horowitz. “Ci stiamo preparando per realizzare un ospedale da campo. Sarà gestito da civili”, ha spiegato il ministro. “Fa parte della nostra espressione di solidarietà all’Ucraina”. Non è ancora stato diffuso dove l’ospedale troverà posto, ma “molti medici, professionisti e volontari sono pronti per partire”.

(Nell’immagine, un volontario dell’organizzazione ebraica United Hatzalah al valico di frontiera tra Ucraina e Moldavia )