L’impegno UCEI per i profughi ucraini
“Solidarietà, un dovere ebraico”

Un giovane coppia, sui trent’anni, con loro i tre figli. Arriveranno mercoledì da Bucarest e, raccontano, “non vedono l’ora di essere qui”. Sono i primi beneficiari dell’azione di solidarietà coordinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a favore dei profughi ucraini. Da mercoledì e in attesa di tempi migliori la loro casa sarà Roma, dove risiederanno in un appartamento messo a disposizione dal Centro Ebraico Il Pitigliani. Altre famiglie potrebbero aggiungersi a breve, nella Capitale e in altre città dove operano Comunità ed enti ebraici. “La parola d’ordine è solidarietà. Ci stiamo attivando in molti modi, sollecitando il massimo impegno da parte di tutti” spiega Milo Hasbani, vicepresidente e assessore agli affari sociali UCEI. Tante le iniziative e possibilità allo studio. Coinvolgendo anche realtà esterne al mondo ebraico ma con cui è in atto una collaborazione proficua. “Ad esempio i City Angels” sottolinea Hasbani, evocando le numerose campagne svolte in questi anni – l’ultima, davanti al Memoriale della Shoah di Milano, volta a sostenere i profughi afghani e i senza fissa dimora. “Ci sono contatti per provare a fare qualcosa anche a Roma”, anticipa l’assessore. Contatti stretti anche con alcune organizzazioni in azione vicino al confine con l’Ucraina. Come Progetto Arca, partner dell’ultima Run for Mem, che insieme all’associazione Remar ha allestito una tenda attrezzata per la prima accoglienza nella località rumena di Siret. Una cinquantina, potenzialmente, le persone che da lì potrebbero raggiungere l’Italia. La sfida, prosegue Hasbani, sarà non tanto l’organizzazione del viaggio “quanto tutto quel che riguarderà l’accoglienza e la nostra capacità di metterci a disposizione per venire incontro ai diversi bisogni che si presenteranno”. In questo senso l’esperienza dell’UCEI, delle Comunità e delle altre realtà che si sono messe in gioco è sensibilmente aumentata grazie ad alcune iniziative recenti. Tra le altre viene menzionata “l’accoglienza di una famiglia in fuga dalla Siria a Milano”.
Tra le Comunità che si sono attivate c’è anche quella fiorentina. Alcune famiglie sarebbero dovute arrivare in città a giorni ma per il momento hanno preferito sostare in Romania, restando quindi più vicine al loro Paese d’origine. La loro speranza è quella di poterci tornare a breve. E soprattutto in un contesto ben diverso rispetto a quello attuale.
(Nell’immagine: la tenda allestita a Siret da Progetto Arca e associazione Remar)